lunedì 21 dicembre 2009

Otto domande al sindaco Nardini

Il Comitato per la salvaguardia dell’Isola Palmaria si è costituito nel mese di ottobre ed è composto da privati cittadini che assicurano un supporto tecnico ed economico alle Associazioni Ambientalistiche che nei fatti si oppongono al cosiddetto progetto KIPAR ( piazza lineare più vari interventi fra il Terrizzo e Carlo Alberto). Poiché il Comitato ha seguito negli ultimi mesi la controversia fra Associazioni e Amministrazione di Portovenere, ritiene necessario fornire alcune precisazioni al riguardo e porre alcune domande al Sindaco NARDINI ricordando che la PALMARIA è:

- SITO UNESCO
- PARCO REGIONALE
- SIC

Più di così!

La quasi totalità delle Associazioni Ambientaliste a livello nazionale e locale (quattordici) che si oppongono al cosiddetto progetto KIPAR di “riqualificazione ambientale”, sono venute a completa conoscenza del progetto solo nel settembre 2009. Ogni possibilità di dialogo è stata preclusa dal Sindaco NARDINI che testualmente affermava ( 15 settembre ):

Il progetto resta così com’è, si potranno prendere in considerazione piccole varianti in corso d’opera ma i lavori inizieranno entro il mese di ottobre.
È un progetto che risale al 2007 e in quell’anno era stato sottoposto alla condivisione anche di alcune Associazioni Ambientaliste”

Inevitabile quindi da parte dell'Associazione dei VAS che nei fatti più che nei proclami cercano di difendere il territorio, il ricorso al TAR.

Una chiusura al dialogo con i VAS è a nostro avviso a questo punto una chiusura verso tutte le Associazioni che hanno contrastato il progetto.

Il ricorso al TAR dei VAS proposto tramite l’Avv. GRANARA ha avuto una prima discussione il giorno 13 novembre ed il TAR ha respinto la misura cautelare di sospensione immediata dei lavori. Lavori che per altro guarda caso erano già iniziati ed in data 13 già completati nella parte più devastante ( Strada di cantiere! fra il “secco” e la punta “Befettuccio”, vedere per credere ).

Ma l’ordinanza TAR va letta attentamente per non cadere magari in prematuri proclami di vittoria. L’ordinanza riporta che “la questione appare meritevole di una rapida definizione nel merito anche alla luce di eventuali nuove deduzioni” e fissa al 28/01/2010 la trattazione nel merito".
Già sin d’ora però i lavori sembrano non effettuati come da progetto ( vedi tavola 2d progetto esecutivo organizzazione dei lavori dello studio A e G ) ma in maniera molto più devastante, di fatto la spiaggia è stata “tombata” e la strada di cantiere realizzata ( larghezza 4 metri circa ) sulla battigia con palese modifica delle linee di costa.

L’inizio non promette niente di buono, potrebbe essere un idea organizzare un “pellegrinaggio” in loco in maniera che tutti si rendano conto di quello che realmente sta accadendo.

Ma aldilà del ricorso che investe anche molte questioni formali, nella sostanza del progetto vorremmo porre alcune domande al Sindaco NARDINI:


1) È vero o falso che il progetto è stato finanziato in quanto di “PUBBLICA UTILITA’” e che prevede le seguenti voci di spesa su un totale finanziato di Euro 1.871.000,00:
Euro 1.257.852,31 lavori a base di gara di cui solo circa Euro 166.000,00 per l’abbattimento dello “Schelettone”
Euro 49.005,90 importo oneri della sicurezza
Euro 564141.79 somme a disposizione dell’amministrazione ?

2) È vero o falso che sotto la LOCANDA LORENA sono previsti oltre ad una banchina ed una massicciata di protezione n° 3 “radicamenti che potranno consentire l’eventuale innesto di altrettanti moli galleggianti per l’attracco o l’ormeggio di imbarcazioni da diporto” ( per privati )?

3) È vero o falso che la “passeggiata” pedonale! nei tratti che vanno dall’attuale pontile del “secco” ( è previsto un futuro ampliamento del pontile stesso? ) sino alle spiagge del Terrizzo e Carlo Alberto ha una larghezza superiore a 2.5 metri?

4) È vero o falso che è previsto l’eliminazione del canneto fra i due muri della VILLA SAN GIOVANNI per far posto ad una “passeggiata” pedonale!sempre di più di 2.5 metri di larghezza?

5) È vero o falso che nell’ambito di trattative per gli espropri è stato concesso ai proprietari di VILLA SAN GIOVANNI: l’allungamento del pontile privato, il trasferimento in area attigua dei volumi sotto le tettoie ( accatastate classe C per 150 mq ) per la costruzione di nr 4 bilocali ( uso ricettivo ma non alberghiero ) accatastamento classe A ( civile abitazione ) per complessivi mq 150 più 50 di “vani tecnici”.

6) È vero o falso che dovrà essere realizzata una “scogliera” con massi di almeno 1000 kg a protezione della futura passeggiata che verrà spostata all’interno mentre, sull’arenile sotto il tracciato attuale verranno realizzate “piste” di accesso ai mezzi di lavoro? ( larghezza 4 metri circa e dichiarate nel progetto temporanee? )

7) È vero o falso che si procederà sempre in zona BEFETTUCCIO alla demolizione e risagomatura della parete rocciosa e dell’eliminazione della pregevole macchia mediterranea per la creazione di un “belvedere”? e per chi?

8) Qual è l’utilità pubblica di una spesa di quasi 2 milioni di Euro che ad oggi sembra portare vantaggi solo ad alcuni privati ed ad alcune aree sempre private dell’isola?

Concludiamo con un’ultima osservazione: sono state proprio le Associazioni Ambientaliste a notare che più di una “piazza lineare” o strada, per la Palmaria erano necessarie fognature, luce, gas e solo dopo le critiche al progetto, che non prevedeva almeno esplicitamente alcuni interventi in tal senso, il Sindaco NARDINI ha annunciato che a seguito di “risparmi” sulle spese si sarebbe provveduto a portare tali servizi ai residenti dell’Isola. Ma non sarà che acqua, gas e fognatura passano proprio sotto la cosiddetta “passeggiata” pedonale! dal Terrizzo a Carlo Alberto con una possibile quindi “urbanizzazione” di aree che non dovrebbero prevedere anche per il futuro insediamenti alcuno e ora ( Carlo Alberto – Befettuccio ) sono prive di qualsiasi insediamento.

Gli ambientalisti vivranno anche su Marte o sulla Luna ma ci sembra che qualcuno abbia i piedi ben piantati sulla terra anzi nel cemento ( ogni riferimento alle recenti realizzazioni della massicciata sotto San Pietro e del “quartierino” all’Olivo non è casuale)

Comitato per la salvaguardia dell’Isola Palmaria

venerdì 4 dicembre 2009

Ferma Lo Scempio - Firma l'Appello

FERMA LO SCEMPIO DELLA PALMARIA
isola ligure patrimonio dell’umanità


Le ruspe stanno distruggendo il litorale roccioso, dallo spettacolare fondale bianco sabbioso, di fronte al borgo di Porto Venere. Dove passava un sentiero è appena stata realizzata una strada per automezzi (ed è solo l’inizio!).




Un’ isola preservatasi dal CEMENTO e dalla SPECULAZIONE EDILIZIA, inserita nel parco naturale regionale di Porto Venere, sito Unesco quale patrimonio dell’umanità e sito di preservazione di particolari habitat naturali a rilevanza europea (SIC)

Viene VIOLENTATA, OFFESA, SNATURATA

Via le dune costiere dove fiorivano i cisti e le euforbie, via i canneti naturali, via la scogliera frastagliata da calette sabbiose…

Cemento, mega scogliere artificiali, passeggiata lungomare, …URBANIZZAZIONE!

Il passo verso la generale cementificazione del litorale è breve, la strada già tracciata.

Non lasciarti trarre in inganno dalle parole utilizzate per rendere appetibile il progetto, “riqualificazione ambientale”… quanti significati può avere questo concetto!

Il progetto inoltre mette in pericolo anche le altre spiagge dell’isola, rischiando di contribuire ulteriormente all’erosione della costa.

Chiediamo maggiori servizi per la popolazione residente e per i frequentatori dell’isola, trasporti, pulizia, vera bonifica ambientale, basta cemento, speculazione, seconde case!

Chiediamo un piano pubblico per il recupero del patrimonio edilizio demaniale e per la valorizzazione delle fortezze militari presenti sull’isola, prima che arrivino gli speculatori.

Storia, cultura, artigianato, agricoltura e pesca locale potrebbero essere le direttrici di uno sviluppo intelligente per un sito patrimonio dell’umanità che abbiamo il dovere di consegnare integro ai nostri figli.

FERMA LO SCEMPIO… FIRMA L’APPELLO!
Invia il tuo nome cognome e indirizzo a:
isola.palmaria@gmail.com
VAS
COMITATO SALVAGUARDIA ISOLA PALMARIA

martedì 1 dicembre 2009

Il Sabato del Villaggio


>> Clicca sull'immagine per leggere l'articolo

mercoledì 18 novembre 2009

Venerdì 20 novembre: illustrazione dell'ordinanza del TAR Liguria

SE VOLETE CONOSCERE LE ULTIME NOVITA’ SULL’ISOLA PALMARIA SIETE INVITATI VENERDI’ 20 NOVEMBRE ALLE ORE 17 ALLA SALA DEGLI OLIVETANI A LE GRAZIE – Comune di PORTOVENERE

Vi sarà un incontro con l’avvocato Daniele Granara che illustrerà l’ordinanza del TAR Liguria dello scorso 13 novembre in merito al ricorso presentato dalla nostra Associazione e da privati cittadini sui lavori nell’isola Palmaria

Verranno anche illustrate le ulteriori iniziative che intendiamo intraprendere in merito.

Preme comunque sottolineare che per il TAR non vale il Protocollo d’intesa tra Comune di Portovenere e condomini sulla sistemazione volumetrica di Villa San Giovanni e che si parla di “potenziamento del vecchio sentiero” e non di ampliamento in violazione del Piano attuativo, come le foto dello sbancamento parrebbero suggerire.

Associazione VAS Liguria

lunedì 16 novembre 2009

Iniziata la DEVASTAZIONE dell'isola: Questa STRADA vi sembra un sentiero?


Sono iniziati i lavori relativi al progetto di "riqualificazione" post abbattimento dello "scheletrone" e potete valutare tutti voi dalle immagini come delle amministrazioni pubbliche, con soldi dei cittadini (clicca qui per vedere i costi della devastazione e chi ci sta guadagnando), stiano DEVASTANDO un sito UNESCO Patrimonio di tutti noi. Dietro FALSI slogan quali "riqualificazione ambientale", "valorizzazione del sito" si sta distruggendo un luogo di grande pregio naturalistico. Si parlava di mettere in sicurezza un sentiero e ci ritroviamo con una tratto di costa devastato da una strada per automezzi che fa impressione solo a vederla nelle imamgini.

Le immagini parlano chiaro, in pochi giorni, le ruspe hanno sbancato al costa tra Punta Secco ed il Bafettuccio (di fronte a S.Pietro). Le foto sono terrificanti: UNA VERA E PROPRIA STRADA PER AUTOMEZZI LARGA PIù DI 4 METRI dove un fino a ieri vi era una ameno luogo di balneazione circondato da una pregevole macchia mediterranea. Si dirà che è una semplice pista per automezzi, ma intanto la costa è sbancata e non tornerà mai più come prima!
Sono appena iniziati i lavori e c'è da aver paura a pensare come sarà ridotto questo tratto di costa dell'Isola Palmaria.
Unisciti alla protesta

* Inviando via mail l'indirizzo del Blog a chi consosci
* Scrivendo al Comune di Portovenere sindaco@comune.portovenere.sp.it

giovedì 5 novembre 2009

Risposta dei VAS al Sindaco Nardini

Con rammarico riceviamo dal sindaco Massimo Nardini risposta negativa alla nostra richiesta di discussione in merito al futuro dell’Iisola Palmaria.
Abbiamo l’impressione che ancora una volta venga pregiudizialmente attaccato ed osteggiato chi esprime preoccupazione e perplessità verso proposte di modificazione territoriale importanti; chi esprime in sostanza, a torto o a ragione, una idea diversa da quella avanzata dall’amministrazione comunale.
E’ proprio la negazione dell’ascolto, del dialogo, e della partecipazione, perpetrata dall’Amministrazione Comunale, nei confronti delle associazioni e dei cittadini che intendono difendere il proprio ambiente di vita, che ha portato, estrema ratio, alla proposizione di un nuovo ricorso al TAR, strumento legittimo di verifica tecnico amministrativa delle proposte approvate dagli enti locali.

L’associazione Verdi Ambiente e Società (VAS), non proviene dal “pianeta Marte”, come il Sindaco Nardini ironicamente e polemicamente ha affermato, ma è radicata sul territorio, collegata ed intrecciata alle esperienze ambientaliste e sociali sviluppatesi in questi ultimi decenni sul territorio portovenerese; da tempo ha presentato proposte e formali osservazioni, anche relative ad altre questioni non meno importanti dell’Isola Palmaria, ultima quella riguardante il piano edilizio denominato “della Fornace” alle Grazie, proposte ed osservazioni alle quali, ancora oggi, attendiamo risposta.

Sgombriamo altresì il campo dal tentativo, che riteniamo scorretto, di metterci in contrapposizione con gli abitanti dell’Isola, sosteniamo appieno la necessità di fornire all’isola l’acqua, il metano ed una funzionale rete fognaria, (progetti finanziati dal governo già nel 2004), di cui tuttavia, nel progetto verso il quale abbiamo presentato il ricorso, non abbiamo scorto nulla. Abbiamo letto invece di scogliere abnormi e assurde (anche solo esteticamente), di “piazze lineari”, di nuovi pontili galleggianti (ancora!), di costruzione di volumi privati in zone di “conservazione”. Insomma, di una consistente opera di cementificazione.

I temi ed i progetti che ci vedono perplessi sono molti: la trasformazione del seno dell’Olivo in porticciolo, le trasformazioni dell’ex cantiere Valdettaro alle Grazie, il già citato piano edilizio della Fornace, una politica che sembra favorire le seconde case rispetto ad un florido turismo, financo il piano delle dismissioni militari, con l’assoluta assenza di attenzione al patrimonio storico ed architettonico come ha dimostrato la “disadorna accettazione” della messa in vendita del forte del Pezzino Alto.


Non possiamo infine accettare il diktat che il Sindaco ha lanciato, “se si vuole dialogare si ritira il ricorso”, Il ricorso è stato preparato con amarezza, costretti dai tempi ristretti che non hanno reso possibili gli approfondimenti necessari. Siamo i primi ad augurarci che in futuro, anche per gli altri temi sollevati, non ci si debba trovare nelle spiacevoli stesse condizioni e presentare ulteriori ricorsi, a tutela del nostro ambiente di vita.

Rinnoviamo pubblicamente la nostra disponibilità al dialogo, fuori dalle aule dei tribunali.


Responsabile Regionale
Claudio Frigerio

Responsabile Locale
Renzo Calcagnini

Il SINDACO agli ambientalisti "NON INCONTRO CHI FA CAUSA"



Non si capisce quale tipo di confronto il sindaco Nardini sia o sia stato disposto ad accettare. Di fatti il progetto non è mai stato presentato pubblicamente ma solo a pochi intimi. Solamente Legambiente e Italia Nostra furono interpellati e quindi messi al corrente per tempo.
Prova ne è che quasi nessuno a Portovenere ne era al corrente prima che venisse sollevata la questione da un gruppo di privati cittadini e poi da una serie di associazioni ambientaliste. L'unico momento di vero confronto democratico è stata la presentazione pubblica al Camec.
Data le ferme intenzioni di procedere con il progetto senza accogliere alcuna richiesta di modifica, e a pochi giorni dall'inizio lavori, l'unica azione concreta portata avanti da un gruppo di privati cittadini e dai VAS, non poteva che essere un'azione giudiziaria.
Nardini è stato aperto al solo confronto con associazioni a carattere nazionale ignorando privati cittadini e organizzazioni a carattere locale. Escludendo chi ha fatto ricorso non resta forse che discutere con le stesse associazioni che a suo tempo non sollevarono nessuna obiezione al progetto. Insomma un modo per negare qualsiasi vera dialettica sulla questione ed avere interlocutori di comodo. Uno strano concetto di democrazia in sintesi.

Non si capisce perchè i servizi, quali gli allacciamenti di gas ed acqua, che ciascun residente di un comune civile ha diritto di avere debbano essere subordinati ad un progetto per la realizzazione di un camminamento con alti impatti ambientali. Sembrerebbe quasi una forma di ricatto nei confronti dei residenti per far si che accettino il progetto.

lunedì 26 ottobre 2009

giovedì 22 ottobre 2009

Presentazione del ricorso al TAR contro il progetto

A Portovenere sabato 24 ottobre alle ore 17.30, presso la sede della pubblica assistenza, il Circolo VAS di Portovenere e l'avv. Daniele Granara presenteranno il ricorso al TAR Liguria contro il progetto di snaturamento dell'isola Palmaria.

mercoledì 7 ottobre 2009

lunedì 5 ottobre 2009

I Motivi di Opposizione al Progetto Palmaria - Prof. Pizziolo e Micarelli

Il progetto è da rifiutare perché:

  • Paesisticamente è invasivo, banale e di bassa qualità: insieme con la massicciata lungomare sotto il paese di Portovene viene a costituire un CANALE CEMENTATO terrificante, con un’alterazione irrecuperabile delle Bocche di Portovenere, uno dei luoghi più significativi del Golfo e della Liguria
  • Urbanisticamente costituisce un’OPERA di URBANIZZAZIONE (con soldi pubblici) che introduce e favorisce la speculazione la parcellizzazione dell’Isola. Un vero e proprio “Cavallo di Troia” speculativo.
  • Programmaticamente è un progetto isolato, che nasce senza un disegno complessivo riferito al Parco e costituisce una grave procedura distruttiva, fuori di ogni pianificazione organica del Parco e del Paesaggio.
  • Rispetto al Sito UNESCO costituisce una grave alterazione e solamente per questo ci si dovrebbe appellare.
  • Rispetto all’estetica è un progetto BRUTTISSIMO, coerente con l’arroganza delle motivazioni sopradette.

    E, infine, COSTITUISCE UN PRECEDENTE PERICOLOSO

    Prof. Giorgio Pizziolo e prof. Rita Micarelli

    4 ottobre 2009

lunedì 28 settembre 2009

Domenica 4 Ottobre al Camec: Illustrazione Progetto Palmaria

Domenica 4 ottobre ore 10.00
CAMEC - piazza C. Battisti - La Spezia



ISOLA PALMARIA
PATRIMONIO UNESCO DI TUTTI
ILLUSTRAZIONE DEI PROGETTI
CONNESSI
ALL'ABBATTIMENTO DELLO "SCHELETRONE"

Associazioni promotrici
Italia Nostra
WWF
LIPU
VAS
Comitati Spezzini
Artigliè
Posidonia
Progetto Uomo
Centro Studi per la poesia
Percorsi
Comitato Ambientale di Salvaguardia delle Grazie
Camminamare

Aderiscono anche le associazioni: Liberamente, Cittadinanza Attiva, Arthena


lunedì 21 settembre 2009

Scontro Comune-Ambientalisi sui progetti per l'Isola Palmaria


INFUOCATA ASSEMBLEA A PALAZZO CIVICO

Scontro Comune-ambientalisi sui progeti per l'Isola Palmaria.
Il FUTURO dell'isola Palmaria diventa argomento di contenzioso tra il Comune di Porto Venere e le associazioni ambientaliste. In mezzo gli abitanti di un'isola che pur a poche decine di metri dalla costa non è ancora raggiunta dalla rete idrica, dal metano e da un minimo servizio fognario e di gestione dei rifiuti. Ma l'argomento in questione non è la creazione delle tanto attese tubazioni sottomarine o di un depuratore, l'opera pubblica primaria (per Regione e Comune) che l'altra sera è stata presentata agli abitanti ed agli ambientalisti, ormai alla vigilia dell'inizio dei lavori, e il nuovo percorso che dal Terrizzo (in pratica dove arriva il traghetto) giungerà sino a punta Befettuccio, cioè davanti a punta San Pietro.

II progetto rientra nel grande piano di sistemazione ambientale e riqualificazione dell'area, lo stesso programma che in qualità di "opera pubblica" ha permesso l'esproprio e l'abbattimento dello "Scheletrone". II nuovo camminamento, lungo circa 1300 metri, per un investimento complessivo di quasi 1 milione e 800mila euro, prevede la ricostruzione di un sentiero lungo-mare dall'imbarcadero sino al Befettuccio, dove sorgerà un belvedere, ma anche una grande piazza al posto dei ruderi dello "Scheletrone". II sentiero mediamente sarà largo un metro e sessanta centimetri, meno nella parte tra la localita Villa San Giovanni e Punta Secco.
In questo tratto la larghezza varierà dai due metri e mezzo ai quattro metri. Ed proprio in questa tratta che si accentrano le attenzioni degli ambientalisti, in particolare Italia Nostra e la Lipu. "Quel tratto e praticamente una strada hanno spiegato l'altra sera e sarà II primo passo per un intervento in cui vi sara uno sviluppo edilizio dell'isola". A riprova della tesi le associazioni portano in dote alcune pratiche edilizie che però, lo spiega il sindaco Massimo Nardini, non rientrano nel piano di riqualificazione presentato in assemblea.
La più sentita riguarda il "recupero" di alcuni volumi del Condominio Villa San Giovanni (delle tettoie e "superfetazioni") da spostare (con modiflca conseguente del Piano Urbanistico Comunale) in un'altra zona, oltre all'allungamento del pontile antistante la stessa Villa. "Si realizzerebbe così - dice PierPaolo Bracco della Lipu - un edificato su due piani, adibito a struttura ricettivo-turistica". Per i condomini di Villa San Giovanni, rappresentati da Davide Rapallini, quest'opera rientra nel loro diritto a riqualificare il sito eliminando delle brutture ed una copertura in eternit. Legambiente invece appare preoccupata per la realizzazione di una scogliera nell'area di Carlo Alberto che non avrebbe una connotazione naturale.

Polemiche invece da altre 13 associazioni locali che hanno disertato l'incontro perchè non hanno ottenuto accesso allla documentazione e spazi per la discussione.

La Nazione, Alberto Vignali

Portovenere, l'ECOMOSTRO di TABACCO


II Comune dice no al distributore di sigarette: deturpa l'ambiente. Ma il Tar lo promuove


IL COMUNE di Portovenere aveva detto no: il distributore automatico di sigarette fuori dalla tabaccheria non ci può stare. Quel cubo metallico nel paese dell'Unesco, per di più affacciato sulla baia delle Grazie, era una evidente violazione delle norme di tutela del paesaggio. Ma Luca Merenda, il tabaccaio di via Liberia 231, non si e arreso. Si e affidato all'avvocato Daniele Granara, ha presentato ricorso e, l'altro giorno, il Tribunale Amministrativo Regionale gli ha dato ragione. Il Tar ha annullato il provvedimento sottolineando come «il diniego di autorizzazione paesaggistica impugnato sia del tutto privo di motivazione. Considerando che il provvedimento e del tutto stereotipato e nulla recita circa le caratteristiche concrete dell'impatto negativo sull'assetto ambientale». All'amministrazione e stata contestata in sostanza la genericità nell'esposizione delle proprie tesi.

Gli ambientalisti pur sostenendo in questo caso la tesi del Comune, si chiedono come mai analogo comportamento non sia stato tenuto ad esempio sulla questione del parcheggio per il box di via Garibaldi, in un terreno di proprictà della Carispe. Il sindaco spiega che l'ok della Soprintendenza impedisce qualsiasi opposizione, e ora in paese si aspetta di vedere se qualche box se lo aggiudicheranno Andrea Corradino o Matteo Melley presidente di Banca e della Fondazione Carispe, visto che entrambi hanno casa propria o dei famigliari a Portovenere.

Articolo di Marco Preve - La Repubblica 19 settembre, Cronaca di Genova.

giovedì 17 settembre 2009

Ingenti ed inutili impatti ambientali nell'area di Punta Bafettuccio (Carlo Alberto)


Leggendo con attenzione la relazione generale del progetto ed i relativi allegati tecnici ci sembra che l'intevento più invasivo e allo stesso tempo meno utile sia quello che riguarda Punta Bafettuccio. Inoltre è proprio in tale sito che inizieranno i lavori e che fungerà da area del cantiere. Riportiamo alcuni estratti di quanto presente nella Relazione Generale del progetto.

"Gli interventi di Punta Befettuccio hanno lo scopo di rinaturalizzare e qualificare la parte terminale
dell’esistente percorso, realizzando un “belvedere” in prossimità della Cava Carlo Alberto."

Ci chiediamo l’utilità di realizzare un belvedere speculare a quello presente su un’isola selvaggia con ingenti costi ed impatti ambientali.

"Il percorso oggetto di riqualificazione prosegue per altri 40 ml circa oltre la zona “belvedere”, su un sedime costituito prevalentemente da rocce affioranti, in parte eroso ed interessato da fenomeni di instabilità superficiale, per andarsi poi a raccordare con il sentiero C.A.I che porta nella parte più
interna dell’isola."

Si tratta proprio di un sentiero che percorre tratto pianeggiante formatosi dai sedimenti/residui di cava con larghezza superiore ai 50 mt. Per cui qualsiasi fenomeno pur lieve di erosione non comprometterebbe la possibilità di transito.

"Per questo tratto s’impongono i seguenti interventi:
· arretramento del tracciato dal ciglio della scarpata (costituita essenzialmente da detriti),
· regolarizzazione delle pendenze con risagomatura dei profili mediante scavi e riporti;
· esecuzione di scogliera di protezione alla base della scarpata (posizionata sul basamento
roccioso), in modo da contrastare l’erosione dovuta alle mareggiate di maggior intensità. (Essa
verrà realizzata sia impiegando massi con peso di almeno 1000 Kg,
· demolizione e risagomatura della parete rocciosa soprastante un tratto del percorso, che gli
accertamenti di natura geo-meccanica hanno evidenziato come profondamente fratturata ed
instabile. "

Gli interventi come si legge sono veramente invasivi. Verrà addirittura distrutta parte della parte di roccia calcarea. Inoltre la realizzazione di una scogliera di protezione avrà un impatto ambientale notevole in una splendida area di balneazione frequentata da molti turisti e locali. Protezione che non ha alcun senso vista la larghezza dell’area sovrastante dove passa il sentiero.

"All’area di lavoro Punta Secca-Befettuccio faranno capo i lavori da eseguirsi lungo l’omonimo
tratto
. La loro esecuzione richiede la creazione di una pista di cantiere che, attraversando Punta
Secca in un percorso delimitato e definito di concerto con personale esperto (per non danneggiare habitat terrestri sensibili), proseguirà per un tratto di circa 100 ml, lungo la costa. A questo punto
verrà realizzata un rampa temporanea di cantiere (dislivello circa 2.5 ml), impiegando pietre
reperibili in zona. "

Desta preoccupazione l’installazione di un’area di cantiere in tale zona particolare pregio dal punto di vista naturalistico. Ci si chiede inoltre quanto permarrà tale cantiere imprendendo l’accesso alla zona.


Stiamo analizzando gli studi di geologia ed ondometrica che giustificherebbero gli interventi sopra elencati.

venerdì 4 settembre 2009

RACCOLA FIRME: PERCHE’ E’ NECESSARIO OPPORSI AI PROGETTI SULLA PALMARIA

Con preghiera di sottoscrizione


La Palmaria è l’unica vera isola della Liguria: 6,1 kmq con 50 abitanti censiti (2001), di cui una parte con residenza di fatto solo estiva. Essa ha attraversato senza grossi danni l’era della cementificazione e, nonostante consistenti attacchi di cui lo “scheletrone” era testimonianza e simbolo, è arrivata ai nostri giorni priva di traffico automobilistico e con una interessantissima eredità storico-ambientale che è ragione del suo inserimento nel patrimonio mondiale dell’UNESCO (1997).


SULLA PALMARIA INCOMBONO INTERVENTI CHE STRAVOLGERANNO L’IMMAGINE DELL’ISOLA:


1. Passeggiata lungomare e “piazza lineare” dal Terrizzo al Carlo Alberto. Nel preteso limitato impatto il progetto tradisce sia la storia sia la realtà territoriale attuale dell’isola. La Palmaria, infatti, non è un paese, non ha un centro,né compatto, né lineare, ma una popolazione residente rada e sparsa, attualmente scarsa e/o fittizia. Pensare una passeggiata lungomare significa omologare la Palmaria ai vari centri della Riviera, sottraendole l’unicità di luogo “altro” in cui abitanti, spezzini e turisti hanno cercato e trovato il senso magico dell’isola. Il progetto prevede in molti punti il rimpascimento con enormi massi frangi onde che modificherebbero in modo artificiale la naturale morfologia della costa.


2. “Sistemazione” dell’area di San Giovanni. Il progetto implica:- l’abbattimento del muro ottocentesco di recinzione della villa e della proprietà di San Giovanni, presente in tutta l’iconografia storica, che caratterizza il profilo dell’isola nel tratto considerato;- l’eliminazione dell’antico canneto, emergenza botanica ormai rara nelle nostre coste;- la costruzione, nel medesimo contesto, in contrasto con quanto stabilito dal Piano del Parco e dal PUC, di un nuovo edificio di proprietà privata a compensazione della demolizione delle tettoie poste nell’area cortilizia della stessa villa.


3. Creazione di un vero e proprio stabilimento balneare nell’area attrezzata “Il Gabbiano”. Il progetto prevede l’occupazione della spiaggia del Secco con manufatti per circa mq. 450, fra nuove pedane ed edifici, l’ampliamento dei quali, da solo, raggiunge gli 80 metri quadrati: ben oltre i 30 al massimo, consentiti dal Piano del Parco. Si tratta di:

  • demolizione e ricostruzione dell’edificio del bar, quando il Piano del Parco impone interventi di sola ristrutturazione dei manufatti esistenti; l’ampliamento di questo solo manufatto è di mq. 18,30 e costruzione di un secondo gazebo-bar, non esistente, della superficie di mq. 10,40;
  • realizzazione di un manufatto-pedana, non esistente, di mq. 345 e di un secondo manufatto-pedana, non esistente, dietro il fabbricato del bar per la sistemazione di cabine adibite a spogliatoio, doccia e servizi igienici, non esistenti (mq. 60);
  • realizzazione di un’ulteriore doccia, non esistente, metri quadrati non indicati (presumibilmente almeno 3).


4. Progetto “Terre di Ponente-Borghi Agro-Marini” nell’area del Terrizzo. Il protocollo d’intesa prevede la possibilità di realizzare strutture turistiche e manufatti a servizio dell’attività agricola previa variante al PUC. Qualche brano di vigneto e oliveto per nascondere, dietro l’etichetta intrigante dell’isola, del parco regionale, del patrimonio UNESCO, l’onnipotente cemento. Proprio nel momento in cui è caduto, con lo scheletrone, il simbolo della speculazione edilizia “anni Settanta”, si aprono le porte ad una più aggiornata speculazione che introduce nella Palmaria il modello di villettopoli, già diffuso su tutte le colline del Golfo.

PROPOSTE

  1. sistemazione della “passeggiata” attraverso modifiche del progetto in modo da renderlo meno invasivo e mantenere l’assetto paesaggistico attuale (canneto, muro ecc.) e con il piano di calpestio ristretto a m. 1,5 al massimo, ad un uso effettivamente pedonale;
  2. ampliamento dell’area attrezzata “Gabbiano” con manufatti complessivi entro i limiti di 30 mq. effettivi, consentiti dal piano del Parco;
  3. nessuna nuova edificazione in tutta l’isola, tranne la realizzazione di servizi igienici ove necessario;
    manutenzione e riapertura dei sentieri senza la realizzazione di nuove strade;
  4. divieto di inserimento di specie botaniche non autoctone e di giardinizzazione artificiosa (aiuole, mimetizzazioni, piantumazioni in vaso ecc.) e cura della preziosa vegetazione mediterranea presente nell’isola;
  5. assegnazione alla Palmaria di un operatore ecologico stabile e radicale soluzione del sistema fognario e di depurazione;

Le associazioni e i comitati che sottoscrivono il presente documento, da un lato affermano la necessità di salvaguardare i valori naturalistici e antropici esistenti, dall’altro si oppongono con forza a nuove costruzioni nell’area isolana del parco (così come, sensatamente, prevede ancora il PUC). La valorizzazione dell’isola deve avvenire sulla base dei principi che hanno ispirato, nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione, il Codice dei beni Culturali, che prevede la protezione del paesaggio al di sopra delle necessità economiche e degli interessi dei singoli.


La Spezia, agosto 2009

L’ARTIGLIE’ - ITALIA NOSTRA - COMITATI SPEZZINI - ARTHENA - COMITATO SALVAGUARDIA DEL GOLFO - POSIDONIA - LIPU - La Spezia -CAMMINAMARE

Per sottoscrivere la petizione, INVIA il tuo NOME, COGNOME ed INDIRIZZO a: isola.palmaria@gmail.com

Ad oggi sono già state raccolte circa 300 firme!

mercoledì 19 agosto 2009

ABBANTIMENTO DELLO SCHELETRONE E OPERE DI "PUBBLICA UTILIA'"

L’abbattimento dello “SCHELETRONE” è stato possibile (finanziamento STATO/REGIONE) in quanto “collegato” ad un’opera di “PUBBLICA UTILITA’”.
L’opera di Pubblica Utilità è per l’appunto la così detta “Piazza lineare” (in pratica una “strada” dal Terrizzo a Carlo Alberto).

Ma per realizzare questa “opera pubblica” era necessario effettuare degli espropri (anche”temporanei” per le aree adiacenti lo scheletrone e necessarie per il suo abbattimento.)
Da qui la necessità di “accordi” con le proprietà di “Villa S.Giovanni” per poter far passare la “strada” nel canneto e sul fronte della VILLA (in questo caso una vera e propria “distruzione” di un bene storico e come tale patrimonio di tutti).

L’accordo, anche se la delibera comunale dichiara che si tratta di due atti amministrativi diversi, prevede il “recupero” di alcuni volumi della VILLA, (tettoie definite “superfetazioni”) da spostare (con modifica conseguente del PUC del piano del PARCO) in zona agricola e l’allungamento del pontile antistante la Villa.

Il nuovo volume (sono previsti 4 bilocali su due piani) verrebbe adibito a struttura ricettivo-turistica. Ma, attenzione, la dicitura “struttura turistico-ricettiva” secondo le nuove leggi regionali si applica anche agli “affittacamere” che, a differenza degli alberghi (classifica catastale D con vincolo di mantenimento perpetuo), dopo pochi anni (massimo 10) possono ritornare ad uso civile essendo classificati a catasto A (abitazione civile) e come tali venduti.

Se però la “strada” è un’opera di utilità pubblica gli espropri devono avvenire “per legge” ai prezzi stabiliti dalle perizie e senza alcuna contropartita e non come in questo caso con un evidente indiretto cospicuo aumento del valore, essendo stata concessa ai cedenti la possibilità di elevare una nuova costruzione di notevole valore, altrimenti proibita dal PUC e dal Piano del parco.

Da qui la colpevole ambiguità dei due atti amministrativi “disgiunti” che guarda caso sono stati redatti, firmati e approvati contemporaneamente con illecita discriminazione rispetto ad altri atti espropriativi.

sintesi dell'intervento di Bracco PierPaolo

giovedì 13 agosto 2009

Lettera alla presidenza dell'UNESCO












Spett. le Presidenza dell’UNESCO,
informiamo che sull' isola Palmaria, dichiarata patrimonio dell'Unesco nel 97, incombono una serie di progetti già presentati presso gli enti locali competenti che, senza dubbio alcuno, sono destinati a mutarne radicalmente l' aspetto.

Una strada costiera di 2.5 metri "pensata" per gli handicappati ma che in realtà favorisce l' urbanizzazione del tratto Terrizzo - Carlo Alberto.

Il potenziamento di uno stabilimento balneare con tensostruttura, cabine, pedane in legno di decine di mq, interventi di "riordino" della vegetazione ricolonizzatrice a mezzo di posa di pietre a confinare le essenze tipiche della costiera.

La richiesta di un condominio / immobiliare, denominato " Villa S.Giovanni"o "Podestà" (dal nome dell' immobile centenario ubicato proprio di fronte a Portovenere) di recuperare "volumi" , un tempo adibiti a "saleria" (sito per la salatura del pesce) su altri fondi per l' avvio di attività agrituristiche. Si precisa che tali volumi , citati come "superfetazioni" , consistono in strutture in materiale vario, aperte, con copertura in eternit sembra condonati e sanati.

Un progetto per la realizzazione di 14 bungalow , detti "cabine balneari"

La realizzazione di una viabilità secondaria che dipartendo dalla strada costiera Terrizzo - Carlo Aberto diverrebbe, di fatto, a servizio alle nuove opere

L'utilizzo dei detriti cementizi risultanti dall' abbattimento del cosiddetto " scheletrone" per ripascimenti in loco la posa di massi antierosione nella costiera di Carlo Alberto

Contestualmente a tali progetti, il muro che cinge la pertinenza di Villa S.Giovanni - già orto murato - uno degli elementi più originali di quel contesto, verrebbe abbattuto per lasciare spazio alla su citata viabilità. Ad essere sottratto all' antica immagine di questa parte della Palmaria anche il canneto che domina un seno in cui alligna una prateria di poseidonia. Tale seno, prospiciente Villa S.Giovanni, è contornato da una spiaggia sassosa di cui si chiede parziale concessione unitamente all' allungamento del vecchio pontile quivi presente.

A rischio anche la parte sud dell' isola Palmaria, specie nell' area delle cave di portoro del Pozzale, dove pare, si voglia realizzare un villaggio turistico. Da tenere sotto stretta osservazione l' evolversi della situazione relativa alla cartolarizzazione delle strutture della Marina Militare (fortilizzi e ville) che la Regione si era impegnata ad acquistare.

Ad avviso delle scriventi Associazioni parrebbe che gli interventi assentibili in un contesto così delicato (dove per altro esiste una tal sovrapposizione di vincoli e divieti che di per se dovrebbero scongiurare ogni possibile manomissione) debbano essere rivolti , in primis, al patrimonio edilizio esistente, per conservarlo e riutilizzarlo. Si fa riferimento soprattutto all' ingente compendio immobiliare Demaniale. Quel che più preoccupa è il fatto che tali iniziative possano essere emulate facendo perdere all' isola le peculiarità che sino ad oggi si è tentato di conservare .

In attesa di un v.s. cortese riscontro ci rendiamo disponibili per ulteriori chiarimenti ed eventualmente per fornirvi documentazione, anche telematica, di parte dei progetti .

ITALIA NOSTRA SP
WWF LIGURIA
LIPU
ASS. COMITATI SPEZZINI
LIBERAMENTE
CITTADINANZATTIVA La Spezia 8 agosto 2009

mercoledì 12 agosto 2009

Spettacolare brillamento dello “SCHELETRONE” in PALMARIA

Molti spezzini, tra cui anche l’Associazione Campiglia e Italia Nostra plaudono al fatto che venga finalmente demolito lo “scheletrone”dell’isola Palmaria(segno di tempi in cui l’imprevidenza sul paesaggio era anche peggiore di oggi…).
Temono però che a questo evento molto spettacolare (di cui gli ambientalisti si possono attribuire qualche merito) NON seguano scelte ugualmente meritorie! Infatti tali scelte politico-urbanistiche dovrebbero essere coerenti con la destinazione della Palmaria a giardino-zona verde, pienamente fruibile dal pubblico e dotata solo di “leggere” infrastrutture che riducano allo stretto necessario l’uso del cemento.
A tal proposito i gruppi di cui sopra criticano la prevista demolizione di un muro ottocentesco dell’antico “Saladero”tesa a far posto al nuovo”fronte-mare” dell’isola, che andrebbe invece realizzato in primis restaurando e salvaguardando ciò che di pregevole esiste e abbellendo con discrezione e parsimonia. Analogo discorso si potrebbe fare per la prevista nuova edificazione: ci si chiede perché demolire lo scheletrone se poi si vogliono riproporre, sia pure in salsa diversa, nuove costruzioni nel luogo più ”naturale” che ci è rimasto? BENE INVECE a ripulire dalla rumenta e a creare quel minimo di logistica necesario alla fruizione da parte di un turismo ormai maturo e responsabile!

Italia Nostra
21 maggio 2009

lunedì 13 luglio 2009

Perchè è necessario opporsi ai progetti sulla Palmaria


La Palmaria è l’unica vera isola della Liguria. Nonostante la vicinanza a grandi città e bacini di intenso flusso turistico verso il mare (Torino, Milano, l’Emilia), essa ha attraversato senza grossi danni l’era della cementificazione postbellica (di cui più di un segno indica la rinascita) e, nonostante consistenti attacchi di cui lo “scheletrone” è testimonianza e simbolo, è arrivata ai nostri giorni priva di traffico automobilistico e con una interessantissima eredità storico-ambientale che è ragione del suo inserimento nel patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Oggi, dopo trent’anni di battaglie giuridiche e ambientaliste, lo scheletrone viene abbattuto. All’evento viene dato grande rilievo mediatico dagli eredi di quelle stesse amministrazioni che a suo tempo avevano dato regolare licenza edilizia (l’albergo/“ecomostro” non era infatti un abuso edilizio) e che attualmente non hanno abbandonato, ma solo convertito, rendendola più subdola e strisciante, l’impropria turisticizzazione dell’isola.
Intendiamoci: NON siamo contrari a un uso del territorio che implichi una fruizione turistica davvero sostenibile. Il fatto è che nel pensare e amministrare lo spazio attuale non si può prescindere da quello che è già avvenuto – che le coste liguri sono state in buona misura consumate da un’intensa urbanizzazione industriale, portuale, diportistica e balneare – e che
ciò che resta di territorio ligure non completamente stravolto, tanto più se di pregio assoluto come la Palmaria, non può essere reso disponibile neppure per interventi che si presentano in apparenza come di modesto impatto ambientale e paesistico.
Ora, sulla Palmaria incombono interventi non massicci ma sostanziali nel trasfigurarne l’immagine.
Sul tratto di costa antistante Porto Venere è stata approvata una artificiosamente denominata “piazza lineare” che, nel preteso limitato impatto, tradisce sia la storia sia la realtà territoriale attuale dell’isola. La Palmaria, infatti, non ha avuto e non ha un centro, né compatto, né lineare, ma una popolazione residente rada e sparsa, attualmente scarsa e/o fittizia. L’isola conta, in una superficie di 1,6 kmq, 50 abitanti censiti (2001). La cifra è indicativa, poiché alcuni sono in realtà proprietari di abitazioni estive che hanno preso, o mantenuto, la residenza nell’isola per avvalersi di alcuni vantaggi, come l’ormeggio delle barche.
Pensare una “piazza lineare” (= passeggiata lungomare), significa omologare concettualmente e fattualmente la Palmaria ai vari centri della Riviera, sottraendole l’unicità di luogo “altro” in cui spezzini e foresti hanno sempre trovato il senso magico dell’isola che con il suo percorso costiero fatto di tratti di sentiero battuto o accennato fra siepi di macchia spontanea e piccoli giardini, spiaggette sassose, dune spruzzate di sparto, invita a sostare su un sedile improvvisato avvolti nel magnifico paesaggio. Significa ridurre l’isola a passeggiata domenical-turistica uguale o simile a tutte le passeggiate lungomare senza contare, passando dallo “spirito” agli interventi specifici, che il progetto implica:

  • l’abbattimento di quelli che la delibera del Comune definisce “superfetazioni” e che sono in realtà annessi ormai storici della più antica villa di San Giovanni (essa stessa modificata rispetto al disegno originario), utilizzati per usi rurali e come rimessaggi;
  • il trasferimento di detti volumi (facendo ai proprietari il regalo, forse da loro stessi insperato, del permesso di costruire un edificio del tutto nuovo) in altro luogo della stessa proprietà;
  • l’abbattimento del secondo storico muro di recinzione, presente in tutta l’iconografia, che caratterizza il profilo dell’isola nel tratto considetrato;
  • l’eliminazione del canneto, emergenza botanica ormai rara nelle nostre coste, testimonianza della combinazione delle peculiarità naturalistiche del sito (la presenza di acqua che sgorgava anche in una polla sottomarina: e difatti quello specifico tratto di costa evoca un paesaggio quasi lacustre) con l’uso che della canna si faceva come sostegno per le viti. Il canneto verrà sostituito da “rampicanti”.


In buona sostanza un altro pezzo originale del paesaggio ligure, tanto più raro in quanto insulare, viene profondamente modificato per far posto a un percorso “cittadino”, postomodernino, ordinatino, ugualino a tanti altri, un progettino pensato da chi di questo territorio dimentica o non conosce l’uso, di questo paesaggio non ha capito, o non capisce più, lo spirito rustico, nel senso di “selvatico” (perché in Palmaria le emergenze naturalistiche sono davvero numerose) e di agricolo.
Ma non è veramente rustica/agricola la sostanza del secondo progetto che a nostro avviso minaccia la Palmaria, priva da un secolo di effetivi contadini: la realizzazione, con finanziamenti europei concessi dalla Regione, di reimpianti viticoli non conformi alle pratiche tradizionali che, sulla base di una produzione vinicola finora quasi inesistente prevedono i permessi di realizzare una ricettività turistica che costituisce il vero affare.
Qualche brano di vigneto per mascherare, dietro l’etichetta intrigante dell’isola, del parco regionale, del patrimonio UNESCO, l’onnipotente cemento.


Italia Nostra La Spezia,

Camminamare, L'Artigliè

La Spezia, 21.05.09