mercoledì 19 agosto 2009

ABBANTIMENTO DELLO SCHELETRONE E OPERE DI "PUBBLICA UTILIA'"

L’abbattimento dello “SCHELETRONE” è stato possibile (finanziamento STATO/REGIONE) in quanto “collegato” ad un’opera di “PUBBLICA UTILITA’”.
L’opera di Pubblica Utilità è per l’appunto la così detta “Piazza lineare” (in pratica una “strada” dal Terrizzo a Carlo Alberto).

Ma per realizzare questa “opera pubblica” era necessario effettuare degli espropri (anche”temporanei” per le aree adiacenti lo scheletrone e necessarie per il suo abbattimento.)
Da qui la necessità di “accordi” con le proprietà di “Villa S.Giovanni” per poter far passare la “strada” nel canneto e sul fronte della VILLA (in questo caso una vera e propria “distruzione” di un bene storico e come tale patrimonio di tutti).

L’accordo, anche se la delibera comunale dichiara che si tratta di due atti amministrativi diversi, prevede il “recupero” di alcuni volumi della VILLA, (tettoie definite “superfetazioni”) da spostare (con modifica conseguente del PUC del piano del PARCO) in zona agricola e l’allungamento del pontile antistante la Villa.

Il nuovo volume (sono previsti 4 bilocali su due piani) verrebbe adibito a struttura ricettivo-turistica. Ma, attenzione, la dicitura “struttura turistico-ricettiva” secondo le nuove leggi regionali si applica anche agli “affittacamere” che, a differenza degli alberghi (classifica catastale D con vincolo di mantenimento perpetuo), dopo pochi anni (massimo 10) possono ritornare ad uso civile essendo classificati a catasto A (abitazione civile) e come tali venduti.

Se però la “strada” è un’opera di utilità pubblica gli espropri devono avvenire “per legge” ai prezzi stabiliti dalle perizie e senza alcuna contropartita e non come in questo caso con un evidente indiretto cospicuo aumento del valore, essendo stata concessa ai cedenti la possibilità di elevare una nuova costruzione di notevole valore, altrimenti proibita dal PUC e dal Piano del parco.

Da qui la colpevole ambiguità dei due atti amministrativi “disgiunti” che guarda caso sono stati redatti, firmati e approvati contemporaneamente con illecita discriminazione rispetto ad altri atti espropriativi.

sintesi dell'intervento di Bracco PierPaolo

giovedì 13 agosto 2009

Lettera alla presidenza dell'UNESCO












Spett. le Presidenza dell’UNESCO,
informiamo che sull' isola Palmaria, dichiarata patrimonio dell'Unesco nel 97, incombono una serie di progetti già presentati presso gli enti locali competenti che, senza dubbio alcuno, sono destinati a mutarne radicalmente l' aspetto.

Una strada costiera di 2.5 metri "pensata" per gli handicappati ma che in realtà favorisce l' urbanizzazione del tratto Terrizzo - Carlo Alberto.

Il potenziamento di uno stabilimento balneare con tensostruttura, cabine, pedane in legno di decine di mq, interventi di "riordino" della vegetazione ricolonizzatrice a mezzo di posa di pietre a confinare le essenze tipiche della costiera.

La richiesta di un condominio / immobiliare, denominato " Villa S.Giovanni"o "Podestà" (dal nome dell' immobile centenario ubicato proprio di fronte a Portovenere) di recuperare "volumi" , un tempo adibiti a "saleria" (sito per la salatura del pesce) su altri fondi per l' avvio di attività agrituristiche. Si precisa che tali volumi , citati come "superfetazioni" , consistono in strutture in materiale vario, aperte, con copertura in eternit sembra condonati e sanati.

Un progetto per la realizzazione di 14 bungalow , detti "cabine balneari"

La realizzazione di una viabilità secondaria che dipartendo dalla strada costiera Terrizzo - Carlo Aberto diverrebbe, di fatto, a servizio alle nuove opere

L'utilizzo dei detriti cementizi risultanti dall' abbattimento del cosiddetto " scheletrone" per ripascimenti in loco la posa di massi antierosione nella costiera di Carlo Alberto

Contestualmente a tali progetti, il muro che cinge la pertinenza di Villa S.Giovanni - già orto murato - uno degli elementi più originali di quel contesto, verrebbe abbattuto per lasciare spazio alla su citata viabilità. Ad essere sottratto all' antica immagine di questa parte della Palmaria anche il canneto che domina un seno in cui alligna una prateria di poseidonia. Tale seno, prospiciente Villa S.Giovanni, è contornato da una spiaggia sassosa di cui si chiede parziale concessione unitamente all' allungamento del vecchio pontile quivi presente.

A rischio anche la parte sud dell' isola Palmaria, specie nell' area delle cave di portoro del Pozzale, dove pare, si voglia realizzare un villaggio turistico. Da tenere sotto stretta osservazione l' evolversi della situazione relativa alla cartolarizzazione delle strutture della Marina Militare (fortilizzi e ville) che la Regione si era impegnata ad acquistare.

Ad avviso delle scriventi Associazioni parrebbe che gli interventi assentibili in un contesto così delicato (dove per altro esiste una tal sovrapposizione di vincoli e divieti che di per se dovrebbero scongiurare ogni possibile manomissione) debbano essere rivolti , in primis, al patrimonio edilizio esistente, per conservarlo e riutilizzarlo. Si fa riferimento soprattutto all' ingente compendio immobiliare Demaniale. Quel che più preoccupa è il fatto che tali iniziative possano essere emulate facendo perdere all' isola le peculiarità che sino ad oggi si è tentato di conservare .

In attesa di un v.s. cortese riscontro ci rendiamo disponibili per ulteriori chiarimenti ed eventualmente per fornirvi documentazione, anche telematica, di parte dei progetti .

ITALIA NOSTRA SP
WWF LIGURIA
LIPU
ASS. COMITATI SPEZZINI
LIBERAMENTE
CITTADINANZATTIVA La Spezia 8 agosto 2009

mercoledì 12 agosto 2009

Spettacolare brillamento dello “SCHELETRONE” in PALMARIA

Molti spezzini, tra cui anche l’Associazione Campiglia e Italia Nostra plaudono al fatto che venga finalmente demolito lo “scheletrone”dell’isola Palmaria(segno di tempi in cui l’imprevidenza sul paesaggio era anche peggiore di oggi…).
Temono però che a questo evento molto spettacolare (di cui gli ambientalisti si possono attribuire qualche merito) NON seguano scelte ugualmente meritorie! Infatti tali scelte politico-urbanistiche dovrebbero essere coerenti con la destinazione della Palmaria a giardino-zona verde, pienamente fruibile dal pubblico e dotata solo di “leggere” infrastrutture che riducano allo stretto necessario l’uso del cemento.
A tal proposito i gruppi di cui sopra criticano la prevista demolizione di un muro ottocentesco dell’antico “Saladero”tesa a far posto al nuovo”fronte-mare” dell’isola, che andrebbe invece realizzato in primis restaurando e salvaguardando ciò che di pregevole esiste e abbellendo con discrezione e parsimonia. Analogo discorso si potrebbe fare per la prevista nuova edificazione: ci si chiede perché demolire lo scheletrone se poi si vogliono riproporre, sia pure in salsa diversa, nuove costruzioni nel luogo più ”naturale” che ci è rimasto? BENE INVECE a ripulire dalla rumenta e a creare quel minimo di logistica necesario alla fruizione da parte di un turismo ormai maturo e responsabile!

Italia Nostra
21 maggio 2009