mercoledì 12 agosto 2009

Spettacolare brillamento dello “SCHELETRONE” in PALMARIA

Molti spezzini, tra cui anche l’Associazione Campiglia e Italia Nostra plaudono al fatto che venga finalmente demolito lo “scheletrone”dell’isola Palmaria(segno di tempi in cui l’imprevidenza sul paesaggio era anche peggiore di oggi…).
Temono però che a questo evento molto spettacolare (di cui gli ambientalisti si possono attribuire qualche merito) NON seguano scelte ugualmente meritorie! Infatti tali scelte politico-urbanistiche dovrebbero essere coerenti con la destinazione della Palmaria a giardino-zona verde, pienamente fruibile dal pubblico e dotata solo di “leggere” infrastrutture che riducano allo stretto necessario l’uso del cemento.
A tal proposito i gruppi di cui sopra criticano la prevista demolizione di un muro ottocentesco dell’antico “Saladero”tesa a far posto al nuovo”fronte-mare” dell’isola, che andrebbe invece realizzato in primis restaurando e salvaguardando ciò che di pregevole esiste e abbellendo con discrezione e parsimonia. Analogo discorso si potrebbe fare per la prevista nuova edificazione: ci si chiede perché demolire lo scheletrone se poi si vogliono riproporre, sia pure in salsa diversa, nuove costruzioni nel luogo più ”naturale” che ci è rimasto? BENE INVECE a ripulire dalla rumenta e a creare quel minimo di logistica necesario alla fruizione da parte di un turismo ormai maturo e responsabile!

Italia Nostra
21 maggio 2009

2 commenti:

  1. riguardo ai contenuti del progetto "Bianchi"
    non conosco i contenuti, nel senso che non è ancora stato possibile visionarli compiutamente;
    riguardo al progetto di ampliamento dell'impianto balneare ,cabine balneari per intenderci, sembra eccessivo sia per la parte che riguarda il n° delle cabine che per quanto riguarda la superficie occupata e la destinazione d'uso (spogliatoi o mono locali ?)
    -ed ancora, per quanto concerne l'ampliamento ,il raddoppio, della struttura esistente ,non appare chiaro ,e non lo vuole essere , se si tratti di struttura di natura precaria ,legata alla stagione turistica ,e quindi amovibile stagionalmente ;
    non è chiaro se si tratti di struttura in legname o se di legname sia soltanto il rivestimento : il che cambia sostanzialmente il giudizio sulla cosa ;
    -altra cosa da notare è la eccessiva superficie occupata dal tavolato esterno, anche questa è opera permanente che va ,come la prima, ad incidere sul paesaggio costituito ,sulla liberalità e percorribilità dell'intera area :
    per quanto concerne Villa S.Giovanni ,il Condominio e la Immobiliare sono nel pieno diritto di formulare delle proposte che non vanno confuse con il più generale progetto di riqualificazione detto "scheletrone" ;
    infatti con questo non hanno nessuna attinenza ,sono state introdotte come "osservazioni" irrituali almeno per la parte riguardata dalla "demolizione"di "fabbricati" e loro ricostruzione in un luogo (map.357,F.12) che non è riguardato negli atti "scheletrone"e neanche soggetto ad esproprio .
    Il luogo ove i privati propongono,a loro piacere, di realizzare il nuovo fabbricato ,non è compatibile con la destinazione del Piano del parco ,tantè che argomentano sulla "genericità " del contesto ed indicano, Loro ,qual'è "il contesto"più favorevole ed elastico a Loro;
    L'intervento non è compatibile con la Normativa del PUC ,e pertanto andrebbe variato, in maniera particolaristica ;
    non pare neanche compatibile con il PTCP .
    Per contro non si può non lodare la libera volontà di restituire dignità e pregio alla "Villa S.Giovanni" demolendo le opere avulse dal contesto ;nè si può negare che la manifesta volontà di ricostituire il pontiletto ,così come era in origine, riutilizzando i vecchi conci,sia cosa lodevole e senz'altro da condividere .

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  2. all'ombra di un progetto condivisibile come
    l'abbattimento dello SCHELETRONE si fa strada
    un progetto che mira a trasformare un sentiero
    pedonale,in una viabilità carrabile che nulla
    ha a che fare con un PARCO NATURALE REGIONALE.
    La progettata "piazza lineare"è in realtà una
    "discarica lineare"

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