lunedì 20 settembre 2010

Palmaria, Guerra Aperta

Riportiamo l'articolo di Gino Ragnetti, pubblicato venerdì 17 sulla Gazzetta della Spezia, in cui si sottolinea come il comune di Portovenere con la recente delibera sembri non accetare un confronto con chi contesta le sue scelte.




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Delibera Giunta Comune Portovenere - "Querela per Diffamazione e Calunnia"

Pubblichiamo la delibera della Giunta Comunale di Portovenere del 27/8/2010.

Sono già iniziate le reazioni di molte associazioni ma attenzione perché lo scopo della Giunta di Portovenere sarà sicuramente quello di “rompere” il fronte separando i (secondo loro ) buoni dai cattivi ( la minaccia del penale da sempre noia ).

A giorni aggiorneremo chi ci segue:
sui lavori in Palmaria, sull’evento “macchia nera” (gasolio in mare ), e sulla Via per l’allungamento del pontile di Villa San Giovanni.

Riportiamo anche l'appropriato commento sulla questione di Marco Preve.

Comitato per la Salvaguardia dell’Isola Palmaria




Dal BLOG Trenette e Mattoni di Marco Preve

Quando i sindaci querelano i blogger
Postato in Generale il 14 settembre, 2010
Ci sono due dubbi inquietanti dietro questo assalto giudiziario da parte di sindaci ed amministratori nei confronti di blogger e cittadini. E’ accaduto di recente a Portovenere, di cui parlerò tra poco, ma prima era stata la volta di Ventimiglia (il sindaco Gaetano Scullino, quello che è in società con il suo city manager, ha querelato per diffamazione il blogger Marco Balestra), ma ancora prima pressioni da parte di uomini pubblici sono state esercitate nei confronti di altri blogger come Antonio Signorile e i suoi Uominiliberi , oppure era stato scacciato con l’ausilio dei carabinieri un blogger albisolese, Eric Festa, che aveva avuto l’ardire di riprendere i lavori pubblici del consiglio comunale di Albisola Marina. Senza parlare della raccolta di denunce, o minaccia di denunce, da parte di molti amministratori nei confronti della Casa della Legalità (a proposito, solidarietà a Christian Abbondanza per le minacce che ha ricevuto nella sua lotta contro la mafia).

Il primo dubbio è che questa politica non abbia ancora capito nulla a proposito di queste nuove forme di media e di partecipazione alla vita della comunità. Invece di seguire, interagire, dibattere con questi stumenti, molti sindaci e assessori scoprono siti e blog solo quando l’autista o un vicino di casa gli raccontano di aver letto qualcosa che li riguarda. E il bello è che quasi tutti i comuni ormai hanno uffici stampa o responsabili della comunicazione.Seconda considerazione: politici e amministratori sono sempre più incapaci di accettare critiche e contestazioni. E allora si rifugiano dietro alla querela. Che naturalmente è sacrosanta se ci si sente diffamati, ma è anche vero che un uomo pubblico dovrebbe sceglierla come estrema ratio.Prendete Portovenere e guardate sul sito di Speziapolis la delibera con cui sindaco e assessori incaricano un avvocato di procedere con una querela contro quelle associazioni e siti web che «da molti mesi» portano avanti «una campagna diffamatoria nei confronti dei rappresentanti dell’amministrazione…». Non è che indichino frasi e riferimenti precisi. No: una campagna diffamatoria. Non so a voi ma a me ricorda tanto il Berlusconi che accusa di complotti i giudici e i giornalisti comunisti.

E altre due cose sono sorprendenti. Che tra i firmatari della delibera ci sia l’assessore Faggioni, che pure su alcune delle questioni riguardanti il progetto di risistemazione della Palmaria aveva espresso delle riserve importanti. Secondo cosa: la scelta del Comune è stata di affidarsi ad un legale, l’avvocato Silvia Rossi, che condivide lo studio con l’avvocato Andrea Corradino, il presidente della Cassa di Risparmio della Spezia. Corradino che ha casa in calata a Portovenere, come mi ha raccontato tempo fa lo stesso sindaco Nardini, quando gli chiesi chiarimenti circa uno dei progetti contestati, ossia i box in costruzione proprio su un terreno di proprietà della Cassa di Risparmio di Spezia. Insomma, tutto più che lecito, ma sull’opportunità forse è lecito eccepire qualcosa. Sempreche la giunta di Portovenere ce lo consenta e non ci quereli.





DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N° 155 Seduta del 27 agosto 2010

COMUNE DI PORTO VENERE
PROVINCIA DELLA SPEZIA
______________________________

OGGETTO: INCARICO AVV.SILVIA ROSSI PER PRESENTAZIONE QUERELA PER DIFFAMAZIONE E CALUNNIA.-
L'anno 2010 addì 27 del mese di agosto alle ore 9.00 nella residenza comunale, per invito del Sindaco, si è riunita la
GIUNTA COMUNALE
nelle persone dei Sigg.

Pres.
1 NARDINI Massimo - Presidente X
2 PISTONE Giovanni X
3 FAGGIONI Paola Robert X
4 MASI Lorenzo X
5 ZITO Domenico X


Partecipa il Segretario Generale Dott.ssa Paola MICHELINI
I L P R E S I D E N T E
Constatata la legalità dell'adunanza per il numero degli intervenuti, dichiara aperta la seduta ed inizia la discussione sull'argomento in oggetto.
L A G I U N T A C O M U N A L E
VISTO il D.Lgs 18.08.2000 n. 267, nonché la Legge 15.05.1997, n. 127;
PRESO atto che presente deliberazione ai sensi dell'art. 49, comma 1 del D.Lgs.267/2000 hanno espresso parere favorevole:

· il responsabile del servizio interessato, per quanto concerne la regolarità tecnica; firma____________________

· il responsabile di ragioneria, per quanto concerne la regolarità contabile; firma____________________



Trasmessa in elenco ai capigruppo consiliari con nota n. 0008311 del 3 settembre 2010

Affissa all'Albo Pretorio per 15 gg. consecutivi dal 3 settembre 2010 al 18 settembre 2010


La presente deliberazione:
x è stata dichiarata immediatamente eseguibile (art. 134, comma 4° D.Lgs. 267/2000).
q è divenuta esecutiva il _________decorsi 10 gg dalla pubblicazione (art. 134, comma 3° D.Lgs. 267/2000).



IL SEGRETARIO GENERALE
______________________________________



PREMESSO che è in corso da molti mesi una campagna diffamatoria nei confronti dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale, posta in essere da rappresentanti di varie associazioni attraverso siti web e dichiarazioni pubblicate su organi di stampa con grave danno per l’immagine dell’amministrazione locale e dello stesso Comune di Porto Venere;

CHE tale campagna diffamatoria riguarda, in particolare, la vicenda legata al progetto di recupero paesistico-ambientale dell’area sita in località San Giovanni sull’isola Palmaria che ha portato alla demolizione del cosiddetto “Scheletrone” e prevede la riqualificazione dell’intero tratto di costa da punta Beffettuccio al seno del Terrizzo;

CHE il progetto di cui trattasi rientra in un protocollo d’intesa istituzionale tra Regione, Comune e Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è stato approvata dalla stessa Regione Liguria con procedura ex art. 75 della legge urbanistica regionale;

CHE risulta incomprensibile l’atteggiamento dei rappresentanti delle citate associazioni, i quali, pur in presenza di un progetto di grande interesse pubblico, ben conosciuto dagli stessi per aver acquisito in più occasioni la relativa documentazione, nonché perfettamente legittimo sul piano formale e privo di impatto ambientale, in molte occasioni pubbliche, nonché attraverso dichiarazioni sulla stampa locale ed i siti internet hanno rivolto ripetute accuse nei confronti del Sindaco e dell’intera amministrazione comunale;

CHE si ritiene quindi opportuno affidare apposito incarico di assistenza legale al fine di sporgere denuncia-querela nei confronti dei responsabili e dei rappresentanti delle associazioni che a vario titolo hanno rilasciato dichiarazioni pubblicate sulla stampa, nonché degli autori delle pubblicazioni telematiche sopra citate;

CHE si rileva il pubblico interesse alla tutela dell’immagine dell’intera amministrazione comunale oggetto di una campagna diffamatoria senza precedenti;

CHE l’avv. Silvia ROSSI del foro della Spezia, interpellata al riguardo, si è dichiarata disponibile ad assistere il Comune di Porto Venere nel promuovere l’azione legale oggetto del presente provvedimento;

Tutto ciò premesso,
CON voto unanime reso per alzata di mano;

D E L I B E R A

- di sporgere, per le motivazioni espresse in narrativa, denuncia-querela nei confronti dei rappresentanti delle varie associazioni e degli eventuali altri responsabili che, negli ultimi mesi, si sono resi responsabili della campagna diffamatoria nei confronti dell’amministrazione comunale sulla vicenda legata al progetto di demolizione del cosiddetto Scheletrone e riqualificazione ambientale del tratto di costa da punta Beffettuccio al seno del Terrizzo;

- di conferire apposito incarico professionale di assistenza legale nell’azione di cui sopra all’Avv. Silvia ROSSI del foro della Spezia;

- di dare mandato agli uffici competenti per il perfezionamento delle procedure di affidamento dell’incarico;

Indi, riscontrata l’urgenza di provvedere,
Con voto unanime reso per alzata di mano;



D E L I B E R A

- di dichiarare la presente immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D. Lgs. 267 del 18.08.2000.

Verbale letto, confermato e sottoscritto.


IL SINDACO IL SEGRETARIO GENERALE

lunedì 6 settembre 2010

TV OLANDESE CONTRO LE RUSPE


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martedì 17 agosto 2010

OVVIAMENTE “FATALITA' ”…..

Pubblichiamo le pagine dei giornali che riferiscono del “disastro” a Portovenere del 13 agosto ’10


Articolo Il Secolo XIX





Articolo La Nazione





Il nostro Comitato a difesa della Palmaria è sorto proprio per evitare per tempo e senza poi tardivi ripensamenti che in Palmaria accada quello che sta accadendo ed è già accaduto a Portovenere.
Non è “fatalità” quello che è successo, come lo stesso responsabile della Protezione Civile intervenuto sul luogo ha dichiarato e ribadito (vedi articolo pubblicato dal Secolo XIX) ma conseguenza di una malaccorta e dissennata cementificazione (vedi soprattutto parcheggi e box privati) con discariche abusive nei canali e modifiche del sistema di deflusso acque.


Speriamo che la “fatalità” invocata dal sindaco non serva ora per chiedere qualche contributo straordinario per strade e coperture di canali e fossi, come è accaduto con l’abbattimento dello scheletrone alla Palmaria. Si preoccupi il sindaco di trovare i responsabili delle mancate pulizie dei fossi, dei detriti lasciati dovunque, dei mancati studi idrogeologici che, se fatti, si sono dimostrati ora sbagliati. Rimborsi i danni ai privati in regola e non approfitti degli eventuali contributi ricevuti per lo stato di calamità per progettare altre opere “pubbliche” come quelle della Palmaria.


E tutto questo in zona Parco Regionale e Sito Unesco. Ma il plenipotenziario Presidente del Parco prof. Dott. Pistone (ancora senza consiglio di indirizzo) non è forse in conflitto di interessi con la sua carica di vice sindaco del comune?

Forse è opportuno ricordare che il termine Parco (non luna park o parco giochi) non significa diventare una agenzia turistica di sola promozione del territorio con eventi e manifestazioni più o meno costose del tutto inutili se non per dare visibilità a qualche personaggio locale, ma difesa, cura e soprattutto controllo del territorio (Palmaria e sentiero n.1 insegnano).


Chi percorre la strada da La Spezia a Portovenere può contare 12 cantieri aperti con enormi sbancamenti lato collina sopra e sotto strada (vedi foto che pubblichiamo) che secondo noi non sono che l’inizio dell’assalto del cemento alle colline del Ponente spezzino.


Anche Legambiente, ma solo ora, sembra rendersene conto, Legambiente alla quale nuovamente chiediamo una chiara presa di posizione per la Palmaria.
E tutto questo serva ad evitare fin che si può altri disastri ambientali come secondo noi, e non siamo soli, si prospettano proprio alla Palmaria. Non ci dicano che vogliamo speculare sulle disgrazie altrui specie se prevedibili, causate da valutazioni errate e collegate più ad interessi privati che pubblici.


A proposito potremmo sapere di chi è (era) il deposito di gasolio il cui contenuto è finito in mare alla Arenella e chi ne aveva autorizzato la collocazione evidentemente in zona pericolosa per il deflusso delle acque, o anche questa è una “fatalità”?


Di seguito le foto dei cantieri di: Marola,Cadimare,Fezzano,Le Garzie e Portovenere

lunedì 2 agosto 2010

RIPENSAMENTI!

Il giorno 26 c.m. nella piazzetta del COMUNE è stata organizzata la presentazione del libro di MARCO PREVE "LA COLATA" . Promotrice l'Assessore del COMUNE di PORTOVENERE PAOLA FAGGIONI.

La presentazione e gli interventi di MARCO PREVE coordinati dalla giornalista di Teleliguria Sud sono da noi totalmente condivisi e assolutamente applicabili al caso Palmaria.

Tanto è vero che aperto il dibattito tutti gli interventi si sono incentrati proprio sui lavori alla Palmaria e questo a dimostrazione che malgrado i vari tentativi di far "abbassare l'attenzione" il caso Palmaria è ancora oggetto di grande attenzione ed interesse .

Se però gli interventi critici dello stesso PREVE, del Dott. PANDOLFO, del nostro Comitato, della GABRIELLA REBOA, dell'associazione Poseidonia, di CUCCINIELLO, del Comitato Spezzini, del Prof. PIZZIOLO, erano scontati, udite udite, l'intervento/esposto dell'Assessore FAGGIONI ha sconcertato tutti i presenti e forse anche il Sindaco e il Prof. PISTONE presenti ma in assoluto silenzio.

L'Assessore FAGGIONI ha in pratica affermato che anche Lei era a suo tempo contraria e con molte perplessità al progetto PALMARIA - KIPAR ma che le procedure tecnico-amministrative non le avrebbero permesso nessuna possibilità di opporsi e/o quanto meno di modificare il progetto. Ha altresì ammesso di non aver esaminato nel dettaglio il progetto che conteneva aspetti "tecnici" oscuri per i non addetti ai lavori (figuriamoci per un comune cittadino)

Bene, ma non tutto è perduto anche per l'Assessore FAGGIONI.

Noi da sempre abbiamo sostenuto che il progetto in questione allo scopo di raggiungere una visibilità mediatica con l'abbattimento dello SCHELETRONE e coprendosi con la polvere dell'abbattimento stesso nasconde da un lato contropartite a privati del tutto discriminanti e privilegiate e dall'altro una vera e propria "urbanizzazione" della costa fra il Terrizzo e il Baffetuccio

Invitiamo l'Assessore Faggioni a rileggere le delibere Comunali da Lei firmate del 17/4/09, del 10/4/09 del 8/4/08 del 12/4/08. Per poter arrivare ad espropri bonari necessari sia per la esecuzione della cosiddetta piazza lineare (ma a cosa serve?) che della riqualificazione del sentiero/strada si è ricorsi allo "scambio" con importanti concessioni a privati (e le delibere citate ne sono l'evidente prova) elenchiamole:

  • Condominio Villa S. Giovanni: allungamento e potenziamento del pontile ora in pietra con accesso a barche sino a 10 mt.
  • Immobiliare S. Giovanni concessione di costruire una struttura ricettiva (non albergo, ripetiamo e sappiamo ormai tutti perchè) di pari superficie 150 + 50 mq a fronte della demolizione (una è già crollata) di due tettoie "fatiscenti" (solo demolizione delle coperture perchè l'area rimane di proprietà privata)
  • Realizzazione di n. 3 pontili per privati (ripetiamo per privati) sotto la Locanda Lorena con collegamento diretto dal Terrizzo.
  • Possibilità concessa ai titolari di attività agricole di ampliare a scopi turistico/ricettivi sino al 20% le volumetrie esistenti . Ci dicono siano già sorte più di 5 aziende agricole (la Palmaria diventerà l'orto di La Spezia).
  • Ampliamento dello stabilimento Il Gabbiano con "piattaforma" di circa 500 mq e costruzione di CABINE.
  • Ed in ultimo, e stiamo indagando, estensione della zona interessata al sentiero/strada portato da 1,6 mt, come da progetto e senza muretti di contenimento a 2,2 mt con due muretti che di fatto sono dei guard rail. Si è invasa (esproprio?) la proprietà Maneschi con quali costi e contropartite? (tenere d'occhio il rudere ora facilmente accessibile anche da automezzi)


Ma tutti gli scambi di cui sopra hanno bisogno di atti amministrativi (ad esempio varianti al PUC di competenza del comune e del Parco.


Se l'Assessore Faggioni dice, e non abbiamo ragioni di dubitare della Sua buona fede ambientalista, di essere stata e di essere quindi ancora contraria in tutto o in parte al progetto Kipar, bene non firmi questi nuovi atti amministrativi e vedrà che il "castello" crolla.


Per ultimo ma non meno importante:
Tutti i tubi, condutture, tombini, cavi accumulati nel cantier non verranno per caso interrati sotto il cosiddetto sentiero/strada con di fatto una come detto urbanizzazione di una vasta area che non dovrebbe prevedere insediamento alcun.
E con che soldi sono stati pagati questi manufatti, con i risparmi realizzati sul progetto Kipar, finanziato con soldi pubblici per un opera di pubblica utilità e non certo per una urbanizzazione a favore di interessi privati?


Pubblichiamo anche uno stralcio del BUR Liguria del 23/04/08 dove si prescrive che il progetto era approvato "con modesto allargamento del sentiero esistente" passato ora da 0,8-1 mt a 2,2 - 2,5 mt anche dove non esisteva (vedi collegamento Terrizzo - Locanda Lorena)


Ovviamente, l'esperienza insegna tecnici e legali che collaborano con le associazioni ambientaliste sono già pronti per i ricorsi ed opposizioni, questa volata nei termini (vedi richiesta VIA per il nuovo pontile S. Giovanni contro eventuali nuovi atti amministrativi che certamente e comunque siamo certi l'Assessore Faggioni non firmerà).

Camminamento Punta Secco-PuntaBefettuccio


Camminamento Locanda Lorena

BURL

venerdì 16 luglio 2010

Istituzione dell'Area Marina Protetta - Quale partecipazione pubblica?

Il giorno 12 luglio è stato illustrato al pubblico dal Presidente del Parco di Portovenere, sig. Pistone, il regolamento dell’area marina protetta del Parco stesso.

Il giorno 16 il regolamento sarà approvato dal Consiglio Comunale ed il giorno 17 (come da locandine già esposte) sarà inaugurata l’area marina dal Governatore della Regione Liguria Burlando.

Alla faccia della partecipazione e della consultazione popolare.

Il Parco non dovrebbe avere, tra l’altro, un Consiglio Direttivo di indirizzo (ad oggi non ci risulta mai nominato) come da legge 6/12/91?

Poiché però è prevista una gita con trasporto gratuito aperta a tutti (speriamo visti i costi) con relativo pranzo (abbiamo dei dubbi che questo sia aperto a tutti) invitiamo coloro che seguono il nostro BLOG a partecipare a questa gita e prendere visione dei lavori ad oggi realizzati e, se vogliono vedere bene, anche di quelli che sono ancora da realizzare.

Pubblicheremo comunque a giorni documentazione fotografica dettagliata dei:

- lavori eseguiti
- raffronto con progetto
- lavori da eseguire dichiarati e non


Comitato per la salvaguardia dell'Isola Palmaria

lunedì 21 giugno 2010

Relazione Revisione VIA

REVISIONE DEL PARERE STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE REGIONE LIGURIA G.G.R. N. 1051 DEL 21/09/01 PER L’INSTALLAZIONE DI UN PONTILE GALLEGGIANTE DEL CONDOMINIO VILLA SAN GIOVANNI – ISOLA PALMARIA PORTOVENERE ( SP )


1. Premessa

I lavori di riqualificazione ambientale dal Terrizzo e Beffettuccio ( progetto approvato di Comune e Regione ) ed ai quali fanno riferimento anche i richiedenti la VIA, sono definiti di “interesse pubblico” e quindi prevedono espropri dei terreni privati sui quali andavano effettuati.

Per arrivare ad espropri con “accordi bonari” la delibera nr. 17 del 17/4/2009 per quanto attiene la proprietà del Condominio Villa San Giovanni e dell’Immobiliare Villa San Giovanni prevedeva un parere positivo all’allungamento del pontile ed al trasferimento dei volumi delle tettoie della Villa stessa rimandando comunque l’attuazione di tale accordo ( per ora solo di occupazione dei terreni da espropriare ) alle regolari autorizzazioni quali modifica del PUC e nello specifico richiesta VIA.

Tale concetto era ribadito dagli AVV. MAUCERI ( Comune ) e AVV: SOMMARIVA (Regione ) in sede di discussione del ricorso al TAR presentato da una Associazione ambientalista ( VAS ).

A parte la considerazione che tale “scambio” per valore delle concessioni presente a nostro avviso aspetti discriminanti e censurabili, sotto l’aspetto amministrativo e nel merito sono in corso accertamenti riguardo la “legittimità” degli “scambi” stessi, tutte le delibere non entrano nel merito della valutazione della compatibilità ambientale degli interventi.


2. Importanza storica del molo

Si allega breve nota storica fotografica del molo esistente con fotografie e riproduzioni che ne descrivono l’evoluzione nel tempo.




Anche dal punto di vista storico l’allungamento dell’attuale pontile in pietra con un pontile sia pur galleggiante in legno ( e plastica ) snatura completamente il valore architettonico dell’insieme e con l’approdo di barche sino a 10 metri toglie completamente la visuale del complesso Villa San Giovanni.


3. Nel merito:

- la delibera Regionale nr. 1051 del 21/09/2001 avente per oggetto “procedura di Via Regionale “sistemazione di un pontile galleggiante all’Isola Palmaria” negava la compatibilità ambientale dell’opera per tre seguenti principali motivi:

A) vicinanza con la limitrofa mitilaria
B) interdizione di uno specchio d’acqua per ragioni di sicurezza e salute
C)
uso balneare del breve litorale interessato al progetto



Punto (A) non risulta nessun spostamento delle mitilaie rispetto alla situazione del 2001.

Si allega visure aeree satellitari della situazione attuale.


Da misurazioni effettuate risulterebbe che la distanza fra la testa del nuovo pontile e la mitilaia più vicina sia di 50 metri circa che si ridurebbe a 40 metri considerando uno stazionamento di una barca di 10 metri. La situazione non risulterebbe pertanto sostanzialmente modificata rispetto ai rilievi del 2001 che hanno motivato la non concessione della VIA.

Punto (B) non risultano assolutamente modificate le condizioni che hanno determinato la negatività nel 2001 alla compatibilità ambientale. Anzi la situazione è peggiorata con attracco di barche sino alla lunghezza di 10 metri e con allargamento della zona interessata dagli attuali 191 mq ai 335mq richiesti.

Punto (C) il progetto di recupero paesaggistico citato e in corso di realizzazione è definito “opera pubblica” e prevede tra l’altro il completo utilizzo alla balneazione degli arenili a fianco del molo esistente.
Si richiama la fotografia satellitare già allegata dalla quale si evince chiaramente il possibile utilizzo a “spiaggia” degli arenili laterali al pontile esistenti e l’elaborato ( tav. 2a ) del sopracitato progetto che prevede lo spostamento del camminamento sulla battigia nella retrostante area ( di proprietà del Condominio San Giovanni e fino ad allora interessata da un pregevole canneto ) per il recupero totale alla balneazione dell’arenile.



La balneazione con l’allungamento del pontile ed il transito di barche sino a 10 metri risulterebbe assolutamente compromessa vanificando il progetto di recupero ambientale in atto ed in particolare la sua valenza di “opera pubblica”.


4. Considerazioni sulla “necessità” di utilizzo di un nuovo pontile per il “Condominio Villa San Giovanni”

Le unità immobiliari facenti parte del Condominio risultano attualmente essere 9. L’ultimo frazionamento è avvenuto nel 1984. In pratica la Villa è passata nel tempo da unità immobiliare monofamiliare o bifamiliare ad unità multifamiliare.

Si deve notare che gli attuali proprietari fanno parte di nr. 4 “famiglie” imparentate fra loro con i relativi successivi frazionamenti ( ROSSI – BECONCINI – AMBROSI – CIAVOLINO ).
La concessione demaniale ancora in atto e rinnovata a detta dei richiedenti nel 2007 prevede l’ormeggio all’attuale pontile di nr. 3 barche da 6 metri e nr. 3 da 4,5 metri.

Vista la situazione “immobiliare” ( anche attuale ) non si ravvisa assolutamente la necessità anche per ragioni di sicurezza di ampliare il pontile. Anche perché se un condomino acquista una “barca” da 20 metri bisognerebbe forse adeguare il pontile a tale necessità?

Per le ragioni sopra esposte si richiede pertanto di confermare il parere negativo già espresso da codesto ufficio nel 2001 anche perché esistono valide soluzioni alternative che di seguito elenchiamo:

- con la realizzazione del nuovo progetto di “riqualificazione ambientale” viene reso facilmente agibile un sentiero / strada ( larghezza media 2,2 metri ) che collega il Terrizzo con il SECCO passando davanti a Villa San Giovanni
- vengono altresì previsti tre radicamenti sotto la LOCANDA LORENA ( allegto nr. 9) per pontili di ormeggio barche per ( a detta dello stesso Sindaco di Portovenere) abitanti dell’ISOLA PALMARIA
- è prevista anche la “riqualificazione futura del pontile del SECCO.

Alla luce di quanto sopra si può notare che l’approdo delle barche dei condomini della Villa San Giovanni può essere in parte spostato e concesso nei pontili realizzandi sotto la LOCANDA LORENA e sul pontile del SECCO ( distanza massima 70 metri ).

Tale soluzione lascerebbe usufruibile per la balneazione l’unico tratto lasciato “libero” in tal senso e cioè proprio gli arenili adiacenti l’attuale pontile senza modificazione di un sito di grande valore storico – architettonico.

Ultima osservazione: dalla fotografia satellitare adiacenti al pontile risultano colture di POSEIDONIA e di MATTEMORTE sempre di POSEIDONIA.

martedì 15 giugno 2010

Gli accordi privati per realizzare il pontile di Villa S.Giovanni





Pubblichiamo le ultime fotografie dei lavori alla PALMARIA.
Anche per chi non vuol vedere si evidenzia ormai la caratteristica di “strada” e non di “sentiero” del percorso TERRIZZO – BEFFETTUCCIO. Ci informano che i primi mezzi su gomma sono già passati sul primo tratto.

A chi serve questa “strada” che non ha certo valenza pubblica lo saprete presto in quanto seguiamo ora gli “interventi privati” oggetto di accordi ( secondo noi non validi) e connessi con il progetto ( Ricordiamo che se dovesse “saltare” la valenza “pubblica” dell’intera opera i relativi finanziamenti verrebbero messi in discussione).

Iniziamo:

- pubblichiamo parte del progetto di allungamento del pontile presentato dal Condominio Villa San Giovanni in Regione per la revisione del parere negativo (VIA) sullo stesso già espresso dalla Regione Liguria nel 2001. ( che pubblichiamo )


clicca sull'immagine per leggere il testo




- WWF, ITALIA NOSTRA ed il Nostro COMITATO hanno presentato in Regione in questi giorni la memoria contro un eventuale parere positivo alla VIA .
Risulta evidente dalla semplice lettura dei documenti che i motivi che hanno generato il parere negativo nel 2001 sono confermati e per alcuni aspetti esaltati:

- si fa una “strada” con distruzione del canneto esistente per rendere “balneabile” a tutti la spiaggia che ora con passaggio di barche sino a 10 metri sarebbe di fatto resa inagibile alla balneazione ( prevale il “pubblico od il “PRIVATO” giudicate voi! ).

- si chiede l’ampliamento di una licenza del ’97 che consentiva già l’attracco di nr. 6 imbarcazioni con installazione di un pontile mobile per barche sino ai 10 metri. I condomini di Villa San Giovanni sono sempre gli stessi. Hanno cambiato barca? Alla prossima “barca” da 20 metri.!


Ma oggi rispetto al 2001 c’è lo scambio o “accordo bonario” per gli espropri dei terreni ( per ora solo concessione d’occupazione temporanea ). Vediamo come finisce anche questo ulteriore “tassello”.

E se gli accordi con i “privati” saltassero non per volontà delle parti ma perché in contrasto con leggi e normative al di sopra delle parti stesse?



Alle prossime puntate che riguarderanno:

* il “porticciolo” di fatto privato sotto la LOCANDA LORENA*
* l’ampliamento dello stabilimento il GABBIANO
* il trasferimento volumi tettoie Immobiliare San Giovanni
* la proprietà MANESCHI al CARLO ALBERTO



Recentemente il Sindaco di Portovenere per giustificare il non aver richiesto la VIA (necessaria per qualsiasi modifica alle linee di costa ) ha affermato che trattasi di “manutenzione straordinaria di un sentiero esistente”.
Sfidiamo chiunque a dimostrare ( le fotografie le abbiamo già pubblicate ) che, a solo titolo di esempio, esisteva un “sentiero” ( largo ora 2,20 metri ) che collegava lato mare il TERRIZZO con la LOCANDA LORENA ( ed il futuro porticciolo privato ) e che le opere effettuate non siano “modifica alle linee di costa”.

martedì 1 giugno 2010

4 GIUGNO - CONFERENZA STAMPA AL CAMEC

VENERDI 4 GIUGNO ALLE ORE 17 AL CAMEC:

WWF, ITALIA NOSTRA, COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELLA PALMARIA e COMITATI SPEZZINI
TERRANNO UNA CONFERENZA STAMPA SU:

* STATO DEI LAVORI

* RICORSO ED OPPOSIZIONI SU INTERVENTI PUBBLICI/PRIVATI

CHI VUOL ESSERE INFORMATO OD INFORMARE E’ INVITATO AD INTERVENIRE.

martedì 11 maggio 2010

Risposta ad Enrico Schiffini

Rispondiamo con molto e voluto ritardo alla lettera piuttosto stizzosa del Dott. SCHIFFINI al Dott. PREVE, lettera che sembra chiamare in causa anche noi.
Il Comitato per la salvaguardia dell’Isola Palmaria composto secondo il dott. SCHIFFINI “da ambientalisti frustati” “con tanto tempo da perdere” “con interessi personali” e da “pensionati di professione” è purtroppo, composto da gente comune che prima di parlare s’informa. E ci dispiace che tale prassi non sia propria di un professionista/imprenditore quale è e dice di essere il Dott. SCHIFFINI.
Siamo anche convinti che più delle grandi guerre che alla fine non si sa bene chi abbia vinto o perso, ma che danno notorietà mediatica e magari qualche poltrona, siano importanti quelle che il Dott. SCHIFFINI definisce meschine battaglie, contro tanti piccoli e mascherati interventi che nascondono, questi si, ben precisi interessi privati e che devastano inesorabilmente il territorio. Come è per l’appunto il caso della PALMARIA.
D’altra parte se il Dott. SCHIFFINI con tutti i suoi mezzi personali e nel giro di due o tre anni di costante promozione ha raccolto 6000 voti dovrebbe rispettare chi senza mezzi ed in due mesi ha raccolto più di 1000 adesioni (e ci siamo fermati per non frustrare altre persone). Informiamo pertanto il Dott. SCHIFFINI, che non ha senz’altro il tempo di seguire il nostro blog sull’argomento.

1) il TAR (ma il Dott. SCHIFFINI dice di non ricordare bene), ha semplicemente deliberato la non “ricevibilità” del ricorso per scadenza dei termini. È pendente un ricorso al Consiglio di Stato. Ma forse il progetto a suo tempo era a conoscenza completa di pochi “intimi”.
A proposito sempre a suo tempo (2008) il Dott. SCHIFFINI e la sua lista ambientalista erano stati informati del progetto e lo conoscevano (anzi meglio lo conoscono) o lo conosceva come i documenti dimostrano solamente il Dott. Rapallini amministratore del Condominio di Villa San Giovanni ed assessore provinciale della suddetta lista e con palesi interessi in loco?

2) Sempre secondo noi il progetto prelude ad una vera e propria “urbanizzazione” a vantaggio di pochi di tutta la costa dal Terrizzo al Beffettuccio e non è piccola cosa.
Se un “sentiero” ha una larghezza di 2,5 / 3 metri per noi è una strada e se sempre sotto il “sentiero” passano tubazioni dell’acqua, gas, elettricità e fognatura per noi è una “urbanizzazione” fatta però anche con i soldi nostri visto che l’opera è stata sbandierata e definita “di interesse pubblico”!

3) Se poi per poter espropriare “con bonari accordi” i terreni su cui passa la “strada” si fanno concessioni che inequivocabilmente favoriscono alcuni privati ed altri no e se tra i primi c’è anche un suo consigliere provinciale bè, sempre sull’utilità pubblica ed ambientalistica dell’opera qualche dubbio può venire.
Scambiare 150 mq di tettoia (condonata?) con 150 + 50 mq di costruzione adibita a struttura ricettiva ed allungare un pontile per barche da 10 metri, non ci sembra un cattivo affare.

4) Immagini dott. SCHIFFINI una bella strada che dal Terrizzo ( e quindi da tutte le proprietà militari che si dicono in prossima vendita ) porta al Beffettuccio, disseminata di agriturismi (sono già sorte 16 aziende agricole in PALMARIA con accordo di aumento del 20% dei volumi esistenti) affittacamere, ristoranti (segua la sorte del rudere sotto la ex cava) stabilmento balneare (accordo stipulato per “pedana” di circa 500 mq più cabine), porticcioli ecc. e tutto ciò in sito UNESCO-SIC-PARCO REGIONALE. Ma forse per Lei è “riqualificazione ambientale”.

A proposito di “strada” ma non è Lei che recentemente ha fatto e vinto (nei termini ovviamente) il ricorso al TAR per bloccare in quel di Lerici una “strada” che correva questa volta a fianco della sua proprietà e che deturpava un sito di pregio ambientale? Un po’ come dire la nave nel giardino …… degli altri.

S’informi, si informi Dott. SCHIFFINI e ci segua, abbiamo tutti un nome e cognome che esclude qualsiasi interesse personale nella vicenda, persone tutte che però non intendono essere prese in giro da chi interessi invece ne ha diretti ed indiretti e che forse ambientalisti lo sono e non lo diventano.
Dobbiamo tornare a perdere un po’ di tempo, abbiamo lavorato anche troppo per oggi, cordiali saluti Dott. SCHIFFINI.


Lettera di Enrico Schiffini tratta dal Blog: TRENETTE MATTONI di Marco Preve

in una Sua e-mail di risposta a Davide Rapallini, a me pervenuta per il solito giro di e-mail, Lei fa cenno alla Lista Schiffini in relazione al progetto di riqualificazione della costa della Palmaria di fronte a Portovenere.
Noi non siamo intervenuti su questo tormentone che ci affligge da mesi perché abbiamo deciso di lasciare a chi ha tempo in esubero di occuparsi di questa questione, che noi non riteniamo certo prioritaria rispetto alle grandi emergenze che interessano il nostro golfo.
Qui non sono in gioco le sorti del nostro golfo, sono invece in gioco piccoli interessi di privati, un combinato disposto di invidie e piccole e grandi ripicche di paese fatte passare come grandi questioni ambientali.
Che la costa della Palmaria di fronte a Portovenere abbia bisogno di un riordino e di una riqualificazione è sotto gli occhi di tutti. Sfido chiunque ad affermare il contrario.
Il progetto di riqualificazione può piacere o non piacere ma mi pare che quanto previsto non stravolga il carattere naturale dell’isola. Una volta stabilito che è necessario un intervento, si dovrebbe discutere in merito al progetto stesso con il Comune di Portovenere, il cui Sindaco anche ultimamente si è mostrato disponibile ad un tavolo di confronto. Dire semplicemente no a qualsiasi intervento è troppo facile e, soprattutto, significa fornire un alibi a chi vorrebbe ben altre cementificazioni.
Come Lei sicuramente sa, in merito ai lavori in Palmaria sono stati presentati vari ricorsi al TAR Liguria e ben tre volte il TAR ha rigettato le istanze di sospensiva (lavori). Come se non bastasse, è venuto in queste circostanze alla luce che uno dei ricorrenti avrebbe addirittura costruito in area demaniale … (ma questo agli ambientalisti de quo poco interessa !!). A ruota di questo ricorrente un’associazione ambientalista ha fatto a sua volta ricorso (a sostegno ?) e ritengo che la circostanza non sia casuale. Ricorso poi, se non erro, ritenuto improcedibile o inammissibile, non ricordo bene.
Un’associazione ambientalista non dovrebbe mai, né direttamente né indirettamente sostenere interessi di privati. Noi per lo meno ci comportiamo così.
Mi pare che quanto sopra esposto rappresenti da solo un motivo sufficiente per non entrare in questo ginepraio, anche al fine di non essere strumentalizzati da chi ha evidenti interessi personali.
Mi piace ricordarLe che il nostro Comitato e la nostra Lista non godono né di sovvenzioni pubbliche né di contributi dei loro associati. Ricorsi giudiziari, campagne elettorali, attività organizzative ecc., il tutto è stato finanziato quasi interamente con i miei mezzi personali. Non rispondo a lobby né a partiti politici, né a chicchessia.
Sfido chiunque a trovare il pur minimo conflitto di interessi in quello che faccio. Sfido chiunque a dimostrare se a seguito della mia azione ho ricevuto il pur minimo vantaggio personale, economico, diretto od indiretto per me o per i miei compagni di avventure.
Sono pertanto libero di giudicare senza condizionamenti se e quando intervenire su questioni e se giudicarle importanti o meno per il perseguimento dei fini del mio movimento.
Le assicuro che per me, che non faccio di mestiere il pensionato, questo impegno mi è costato e mi costa sotto molti aspetti.
La sola cosa che mi gratifica è di aver vinto alcune battaglie fondamentali, quali quella contro i dragaggi selvaggi imponendo la bonifica per tutto il golfo.
Devo altresì rilevare che chi si agita molto per la Palmaria non si agita altrettanto per una questione estremamente più importante e che riguarda il raddoppio del rigassificatore di Panigaglia. Il nostro impegno per evitare il raddoppio di questo impianto ha avuto risultato palese, ha portato anche i Comuni di La Spezia, Portovenere e Lerici e la Regione Liguria a dire no al raddoppio. E sappiamo tutti che l’intesa della Regione Liguria è condizione sine qua non.
Il peso della nostra forza politica (la nostra Lista ha ottenuto a La Spezia quasi l’8% dei voti) è stato determinante perché la Regione Liguria esprimesse il suo no.
Per quanto riguarda la posizione dell’Avv. Davide Rapallini sulla questione Palmaria voglio farLe presente che lo stesso già molti mesi or sono aveva rassegnato a mie mani le sue dimissioni da Consigliere Provinciale, proprio paventando strumentalizzazioni che potessero danneggiare la nostra Lista. Le ho respinte e con fatica l’ho convinto a ritirarle. Ho agito così perché sicuro che le sue posizioni nella “querelle Palmaria” non avrebbero minimamente interferito con il suo ruolo di esponente eletto nella nostra Lista.
Conosco bene l’Avv. Rapallini, ha la mia piena fiducia e sono convinto che lo stesso sappia ben distinguere e dividere interessi personali da quelli della Lista che rappresenta.
Credo, caro Dr. Preve, che al di là delle parole, dei comunicati e delle noiosissime diatribe da parte di ambientalisti frustrati e con tanto tempo da perdere contino i fatti per qualificare persone e movimenti politici.
Forse ad alcuni dà fastidio la nostra libertà d’azione senza condizionamenti politici, il nostro non dover niente a nessuno se non gratitudine per chi ci ha votato e continua a darci il suo segno morale. D’altronde, di questi tempi Lei crede sia poco ?

domenica 11 aprile 2010

Dal Blog "Trenette e Mattoni" di Marco Preve


Riportiamo sul nostro “blog” quanto recentemente appreso sul Blog "Trenette e Mattoni" (http://preve.blogautore.repubblica.it/) di Marco Preve nella sezione dedicata al progetto Kipar sulla Palmaria .
Molto significativi i “toni” e gli “atteggiamenti”.
Cominciamo però ad analizzare la risposta di Davide Rapallini del 10 Aprile ore 10.49:

1) I residenti effettivi e di comodo nell’isola ( ci risultano circa 35 ) secondo noi sono ancora “soggetti privati”. Se il comune vuol costruire dei pontili per loro lo faccia ma con soldi non di tutti noi ( opera pubblica ! ) e con i relativi permessi.

2) Noi sosteniamo e ne abbiamo le prove che non è mai esistito un sentiero dal Terrizzo sino alla Locanda Lorena e che pertanto come da fotografie pubblicate con la creazione della nuova scogliera e della nuova “strada” (modifica delle linee di costa ) in questo tratto era necessaria la VIA. Su tale argomento è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica.

3) Non abbiamo mai sostenuto che le “tettoie” di Villa S. Giovanni fossero annessi “storici”. Abbiamo sostenuto al contrario che esiste uno “scambio” collegato con gli espropri dei terreni necessari per far passare la strada con la demolizione delle “tettoie” ( valore 1 ) e la costruzione di un nuovo fabbricato in zona per ora non edificabile ( occorrerà una variante al PUC ) di pari superficie ( 150 + 50 mq di vani tecnici, valore 100, provate a pensare a quanto si vendono a metro quadrato le abitazioni alla Palmaria ). E questo “scambio” ci pare anomalo anche perché proprio richiesto dall’Amministratore del Condominio Villa S. Giovanni: Davide Rapallini consigliere provinciale ambientalista ( vedi Deliberazione del Consiglio Provinciale nr. 54 del 11/6/2008 ) e discriminante rispetto ad altri espropri (due pesi / prezzi e due misure ). Forse come “ambientalista” era sufficiente rimuovere le “superfettazioni“ ( condonate ? ) e basta o no?

4) Invitiamo a vedere le fotografie di Punta Beffettuccio prima, dopo e di 50 anni fa. Dove viene sistemata la massicciata non esiste erosione e poiché il sentiero “strada” è stato spostato all’interno la massicciata è completamente inutile. A cosa serve quindi effettivamente? Forse a proteggere un terreno privato dove per caso si pensano futuri insediamenti turistici ( ovviamente )

5) Che sia “ridicolo” pensare che un “sentiero” con larghezza superiore a mt. 2,5 sia una strada lo lasciamo giudicare a tutti coloro che ci leggono. Se poi sotto il “sentiero” / “strada” passeranno come dichiarato dal Sindaco Nardini, luce, gas, e fognatura anche in zone dove non esistono ( ancora ) costruzioni non è certo “ridicolo” pensare ad una “urbanizzazione” futura.
Che in Palmaria siano tutti ( 35 persone residenti o contiamo anche i proprietari di seconde case? ) favorevoli al progetto non ci stupisce affatto, che mille firmatari siano stati “disinformati” anche, anzi sono stati volutamente disinformati in quanto il progetto di cui si parla a suo tempo è stato illustrato a pochi “intimi” e posto per il tempo dovuto all’Albo Pretorio a fine 2008 e solo nel settembre 2009 scaduti i termini di presentazione di possibili ricorsi, nel dettaglio illustrato.

Per quanto riguarda l’intervento piuttosto “nervoso” del Dott. SCHIFFINI rimandiamo ad altra nostra documentata risposta che seguirà.

Comitato per la Salvaguardia dell’Isola Palmaria

Avevo proposto, qualche mese fa, una “gita” alla Palmaria in modo da poterci rendere conto di persona che cosa stesse accadendo. Lei, sig. Preve, mi rispose che l’idea era buona ma , giustamente, occorreva attendere tempi migliori dal punto di vista climatico. Ecco , penso che il momento di una verifica sul posto sia giunto: io sono stata alla Palmaria durante le vacanze pasquali e quello che ho visto mi ha lasciata a dir poco sgomenta, oltre che addolorata. Al posto dell’ex sentiero una “strada” ( e come chiamare altrimenti due metri e venti di larghezza?), interventi che hanno stravolto un tratto di costa naturale e selvaggia,una quantità incredibile di massi di cui non si capisce la funzione,una strada lungo la battigia,per non parlare di piante e arbusti che non ci sono più…. Mi creda, occorre andare sul posto per rendersi conto che la realtà è peggiore di quello che si vede dalle foto o si intravede da Portovenere; io sono tra le mille persone che hanno firmato la petizione e non accetto di essere classificata come disinformata proprio da chi, come lei giustamente ha fatto notare, è tra coloro che possono avere un interesse personale da questi costosissimi lavori di “manutenzione”. Quello che si vede lascia poco spazio ai dubbi sul futuro dell’isola e non credo affatto di essere una visionaria , ma, come altre 999 persone temo la graduale trasformazione della Palmaria in una sorta di piccola Ibiza ligure: alberghi, discoteche, strade, residence , porticcioli etc etc: a qualcuno potrà fare piacere ma non a tutti , per fortuna.Comunque invito ad andare sul luogo per vedere con i propri occhi la trasformazione che, giorno dopo giorno ma inesorabilmente sta avvenendo in un sito protetto(sig!) dall’Unesco.(se organizzate questa “gita d’istruzione” il blog ne darà senz’altro notizia anche in fase di organizzazione, e farò di tutto per esserci personalmente, mp)

Davide Rapallini scrive: 11 aprile 2010 alle 18:35

Caro Preve,il Suo intervento rende doverose queste mie puntualizzazioni:1) che io abiti d’estate nella Villa San Giovanni di Palmaria, interessata dall’intervento di riqualificazione, non è un mistero per nessuno: l’ho dichiarato più volte pubblicamente, anche sul blog che ha dato lo spunto al suo “pezzo”. D’altra parte, se avessi voluto intervenire nascondendo la mia qualità di villeggiante in San Giovanni, mi sarei potuto firmare Pappolla o Desiderato, come fanno il 90 % di coloro che intervengono nel suo blog.2) Passiamo al secondo suo “ad hominem”, più debole del primo.Non esiste nessun conflitto d’interessi, dal momento che ho sempre mantenuto ben distinti il mio ruolo pubblico dai miei interessi privati: la sfido a dimostrare il contrario.Se la Lista Schiffini non ha dato il suo appoggio a questa campagna ambientalista non è stato davvero per la mia persona, ma perché evidentemente non la riteneva degna di attenzione. Visto che ha dichiarato di conoscere il Dott. Schiffini, sarebbe stato meglio si fosse informato in prima persona, invece di abbandonarsi ad offensive congetture.Infine, considerato che, evidentemente, Lei non è interessato ai fatti (complimenti per la svicolata sugli argomenti da me postati) ma ad altro tipo di argomenti, le svelo una chicca: sono cugino di Matteo Melley, Presidente della fondazione CARISPE.Buone congetture.Davide Rapallini(nessuna svicolata, ho precisato che ognuno può dire la sua, io poi non ho tutte le conoscenze per esprimere un parere definitivo e soprattutto faccio un altro mestiere, quello di cercare di fornire tutte le informazioni possibili. e tra queste ci sono interessi personali e parentele che spesso nelle cronache vengono dimenticate. ognuno poi trova offensivo quello che vuole, anche la verità, mp)


Marco Preve scrive: 11 aprile 2010 alle 10:55

Caro Rapallini, premesso che è giusto che ognuno possa manifestare i propri dubbi e le proprie convinzioni credo che sia non giusto ma doveroso che se qualcuno si esprime su una questione debba anzitutto chiarire che lui in quella questione ha degli interessi. Ad esempio lei ha dimenticato di ricordare che nel caso Palmaria ha un ruolo molto interessato essendo lei uno dei rappresentanti del condominio San Giovanni (se fosse un caso di omonimia voglia perdonare il mio errore). Aldilà di queste piccole – per lei – dimenticanze, quello che mi stupisce è che la Lista Schiffini di cui lei fa parte nulla abbia da dire su una serie di interventi e progetti urbanistici che stanno stravolgendo Portovenere. Ho conosciuto il dottor Schiffini e mi sembrava, all’epoca, persona priva di condizionamenti. Alcune di queste operazioni sono state avviate da poteri forti come ad esempio (http://preve.blogautore.repubblica.it/2009/09/17/i-trenta-mila-denari-della-snam-e-i-box-della-carispe/) la Carispe. Non vi interessano, non sono degni di nota, ci saranno mica altri conflitti di interesse? Infine su Palmaria. La portata degli interventi ( http://espresso.repubblica.it/dettaglio/caserma-vista-mare/2101552) e i dubbi espressi da importanti associazioni ambientaliste -loro mai entrate in politica – e da alcuni amministratori (vedi assesore Faggioni) legittimano a preoccuparsi circa eventuali trasformazioni che potrebbero in futuro sfigurare il volto e l’anima dell’isola. Come dice lei, qualcosa davvero non torna.


Davide Rapallini scrive: 10 aprile 2010 alle 10:49

Mille firme raccolte da persone che hanno visitato un Blog in cui sono pubblicate un sacco di “inesattezze” (ed uso un eufemismo). Ne vuoi conoscere qualcuna? 1) Sul blog si sostiene che i realizzandi pontili al Terrizzo sian privati FALSO sono i pontili comunali per i residenti sull’Isola 2) Sul blog si sostiene che dinanzi alla Locanda Lorena non esisteva un camminamento FALSO è proprio per la preesistenza del sentiero che non è stato necessario eseguire la VIA 3) Sul blog si può leggere che a San Giovanni si vogliono abbattere degli annessi storici della villa FALSO Sono superfetazioni dei primi del ‘900 4) Sul blog si sostiene che la zona di Punta Befettuccio non è interessata da fenomeni erosivi FALSO E’ sufficiente esaminare le foto realizzate sul terreno prima dell’intervento per rendersi conto della gravità del fenomeno 5) Sul blog si legge che in Palmaria si vuole realizzare una strada costiera per automezzi… Questa, più che falsa, è RIDICOLA.Naturalmente coloro che osano intervenire sul blog con pareri dissonanti dai “mille” vengono offesi: lestofanti, basisti di cementificatori, o più semplicemente poveri ingenui.Insomma, caro Preve, vorresti che le amministrazioni locali dessero retta a mille disinformati contro il parere dei loro amministrati (in Palmaria sono *tutti* favorevoli al progetto, fatta eccezione per i proprietari della Locanda Lorena).Qualcosa non torna, che ne dici?
Davide Rapallini

sabato 3 aprile 2010

Manutezione di un sentiero o realizzazione di una NUOVA STRADA?

Dopo la pausa elettorale che abbiamo rispettato per non incorrere in accuse di partigianeria riprendiamo ad informare chi vuole essere al corrente sui lavori alla PALMARIA.

Mentre il TAR si è pronunciato per decadenza dei termini concessi per la presentazione del ricorso risultano inviati alla Procura della Repubblica di La Spezia tre esposti: due di ITALIA NOSTRA ed uno di VAS. Vi informeremo degli sviluppi ed anche sul ricorso presentato al Consiglio di Stato da VAS e WWF relativo alla NON decisione TAR.

Intanto i lavori continuano e secondo noi oltre ad alcune significative ed illuminanti varianti al progetto iniziale, si delinea sempre più la configurazione di “strada” del percorsoe, specie se il percorso servirà per acqua, fognatura, ed elettricità di una “urbanizzazione” di fatto della costa fra il Terrizzo ed il Befettuccio.

Vedere attentamente le ultime immagini che riportiamo .




PUNTA SECCO

Alleghiamo la fotografia della zona prima dei lavori. Il “sentiero” non passava sul “secco” ma era interno.

Attualmente sono stati portati vedi fotografia allegata massi di protezione con anche in questo caso variazione della linea di costa.

I massi posati a protezione di che cosa sono stati posti? Di un nuovo stabilimento ( privato ) balneare che dovrà essere costruito?

Rileviamo anche in questo caso la non necessità della nuova massicciata in zona dove non esiste erosione ( se mai il contrario ) ed a protezione non certo dell’opera pubblica.

Allegati:
1) Fotografie antecedente ai lavori
2) Fotografia della nuova scogliera ( 20/03/2010 )



VILLA SAN GIOVANNI

Anche in questa zona il sentiero non esisteva, si passava sulla battigia pertanto non si può parlare di “manutenzione straordinaria” ma della creazione di una nuova “strada”.

Dalle foto allegate, si vede che non c’è erosione del mare ( seno protetto ).

Anche in questo caso è evidente la variazione delle linee di costa con tombamento di specchi d’acqua ( necessità delle VIA ).

Si rileva che il sentiero definito “pedonale” ha una larghezza superiore ai 2,20 metri e che le nuove scogliere a mare sembrano più a protezione di proprietà private ( vedi ancora contrasto con “opera pubblica” e come tale finanziata ).

Allegati:
1) Fotografie prima dei lavori
2) Fotografie in corso d’opera ( 20/03/2010 )








TERRIZZO / LOCANDA LORENA

Il sentiero dal Terrizzo alla scalinata Locanda Lorena non è mai esistito, neppure in tempi passati ( il muro era lambito dal mare e non presentava fenomeni erosivi).
Pertanto il progetto prevede un intervento per la creazione ( non manutenzione straordinaria ) di un nuovo percorso con scogliera antistante di protezione, scogliera nella quale sono previsti anche i radicamenti di nr. 3 pontili futuri.
È evidente l’innovazione con modifica delle linee di costa e necessità della VIA.

Da valutare la finalità “privata” dei radicamenti per pontili che saranno riservati a “privati”, finalità non in linea con la destinazione di “opera pubblica” ( vedi tipo di finanziamento ).

Inoltre come da foto allegate ( sotto LOCANDA LORENA ) la scogliera del camminamento previsto con passerella in legno di larghezza mt. 1,60 è ora già realizzata con larghezza 2,20 mt ( prevedibile passaggio di mezzi oltre a pedoni ).

Allegati:

1) Tavola 7b di progetto con dettaglio
2) Fotografia della zona prima dei lavori
3) Fotografia attuale situazione ( 20/03/2010 ) – larghezza passaggio mt. 2,20
4) Fotografia del materiale di riempimento ( pezzi di muri demoliti con calcestruzzo ! )
5-6 ) Fotografie ingrandite dove si vede chiaramente la variazione della linea di costa e l’assenza originaria del sentiero.



Clicca sulle immagini per vedere i dettagli della planimetria






martedì 2 marzo 2010

Trasparenza e pubblicità degli atti amminsitrativi

Pubblichiamo integralmente la sentenza TAR del 06/02/2010 ( Ricorso VAS ).

La pubblichiamo volentieri perché dalla stessa si possono trarre utili insegnamenti in relazione anche alle recenti polemiche sorte sulla trasparenza e “pubblicità” degli atti amministrativi in genere.

La sentenza in sintesi non entra nel merito
del ricorso ma dichiara lo stesso “irricevibile per tardività” in quanto proposto a termini di legge scaduti. Infatti il TAR rileva che: il progetto è stato presentato sulla stampa ( Secolo XIX del 15/8/2008 e Repubblica Regionale del 15/03/2008 ) la delibera ( ma non il progetto ) è stato esposto all’albo Pretorio dal 14/11/2008 al 29/11/2008.

Abbiamo recuperato gli articoli della stampa che riproduciamo. Sfidiamo chiunque a capire dagli stessi entità dell’intervento, impatto ambientale ecc, del progetto presentato. Rimane ed è incontrovertibile anche se non materialmente verificabile a posteriori, l’esposizione all’Albo Pretorio Comunale della delibera 08/11/2008 n. 181 del progetto dal 14/11/2008 al 29/11/2008 termine questo dal quale decorrono i termini per un eventuale ricorso.

Notiamo però:

*) il progetto è stato pubblicamente presentato in piazza BASTRERI a PORTOVENERE con diapositive e soprattutto pubblicizzazione dell’abbattimento dello Scheletrone in data 13 agosto 2009 da LEGA AMBIENTE e dal COMUNE.

*) Stefano Sarti Presidente Regionale di LEGA AMBIENTE ha ufficialmente dichiarato per iscritto che sino al 13/8/2009 non conosceva se non vagamente il progetto e che solo in tale occasione né è venuto a conoscenza completa e diretta.

*) In data 15/9/2009, il Comune di Portovenere indiceva prima riservata alle Associazioni poi pubblica un’assemblea nella Sala Consigliare del Comune nella quale veniva illustrato dai progettisti il progetto. In tale occasione tutte le Associazioni ambientaliste esprimevano pareri contrari.

*)Le “esposizioni” comunali dal 13/8/09 e del 16/9/2009 sono “ad abundantiam” e consapevoli che i termini per eventuali ricorsi erano ormai scaduti?

*)Sembra quindi che se un amministratore con quattro Consiglieri approva un progetto, espone all’Albo Pretorio la delibera ( ma non ovviamente il progetto ) dopo 60 giorni i giochi sono fatti.

Cittadini andate tutti i giorni a visitare gli Albi Pretori ed a chiedere gli atti amministrativi a costo di passare da “rompiballe”.


Ma a chi quindi il Sindaco di Portovenere ha illustrato nel 2008 il progetto?

LEGA AMBIENTE dichiara di esserne venuta a conoscenza solo nell’Agosto 2009 tutte le altre Associazioni ambientaliste nel Settembre 2009, tanto è vero che in tale data hanno richiesto copia del progetto e degli atti amministrativi connessi che sono serviti per il ricorso al TAR.

È così che si informa la cosiddetta Società Civile su un progetto che riguarda un sito UNESCO – SIC e Parco Regionale? ( e su questo ritorneremo perché ci sembra un chiaro caso di colpevole coincidenza fra controllore e controllato ).

Di fatto l’unica esposizione pubblica completa e dettagliata del progetto è stata quella di fronte ad un numeroso pubblico effettuata anche da noi il 06/10/2009 al CAMEC di LA SPEZIA. Prossima informativa sugli esposti alla Procura di VAS e ITALIA NOSTRA.

Purtroppo aspettando il responso del ricorso al Consiglio di Stato i lavori continuano
, pubblichiamo le ultime fotografie dello stato dei lavori affinchè ciascuno si possa fare un’idea di quella che per noi è un completo sconvolgimento della linea di costa dal Terrizzo al Carlo Alberto con particolare riferimento alla scogliera in mare e massicciate a terra che oltre a modificare senza ombra di dubbi ( aspettiamo smentite ) la linea di costa sembrano più a protezione di proprietà private che pubbliche.




Sentenza TAR - 6 gennaio 2010

Il ricorso in esame è rivolto avverso le deliberazioni che hanno approvato rispettivamente il progetto definitivo e il progetto esecutivo dei lavori di recupero paesistico ambientale dell’area sita nell’isola Palmaria in località San Giovanni.
Il ricorso è irricevibile per tardività.
Deve, preliminarmente, osservarsi come il progetto oggetto di giudizio debba essere ricondotto ai progetti di recupero paesistico – ambientale di cui all’art. 75 della l.r. Liguria 4 settembre 1997 n. 36.
L’art. 75 l.r. 4 settembre 1997 n. 36, rubricato piani di recupero paesistico ambientale, stabilisce:


1. Il P.T.C.P. può essere attuato mediante progetti di recupero paesistico-ambientale che sono strumenti operativi da promuovere con riferimento a singole situazioni di degrado o nelle quali si renda opportuno addivenire al miglioramento della qualità complessiva dell'ambiente e dei modi della sua fruizione attraverso specifici interventi.

2. Tali progetti contengono gli elementi grafici, normativi e finanziari necessari per consentire l'attuazione degli interventi individuati dai progetti stessi con riferimento ai diversi assetti previsti dal P.T.C.P., garantendo altresì gli opportuni raccordi con la strumentazione urbanistica comunale.

3. I progetti di cui ai commi 1 e 2 sono adottati dalla Giunta regionale, anche su iniziativa delle Province e degli Enti locali interessati, e sono pubblicati secondo le procedure stabilite dall'articolo 70, comma 1.

4. Tali progetti sono approvati con deliberazione della Giunta regionale sentito il Comitato tecnico urbanistico nei successivi novanta giorni dal ricevimento dei pareri previsti dalle disposizioni di legge sopra richiamate.

5. Le deliberazioni di approvazione dei progetti di recupero sono soggette alle forme di pubblicità previste dall'articolo 15, commi 9 e 10.

6. Le indicazioni dei progetti di recupero paesistico-ambientale prevalgono immediatamente sulle previsioni degli strumenti di pianificazione del territorio previsti dalla presente legge.

7. Ove occorra e ne sussistano i presupposti, in sede di approvazione dei progetti di recupero paesistico-ambientale può essere dichiarata la pubblica utilità, nonché l'indifferibilità ed urgenza delle opere dallo stesso previste, in conformità alle leggi vigenti in materia”.


Le deliberazioni di approvazione, da parte della Regione, dei progetti di recupero ambientale sono sottoposte alla pubblicità prevista dall’art. 15, commi 9 e 10 della l.r. 36/1997.
Questi ultimi prevedono che un esemplare del piano con i relativi allegati sia notificato alle Province, nonché ad ogni Comune il quale provvede a depositarlo a permanente libera visione del pubblico entro dieci giorni dal ricevimento degli atti e che la deliberazione di approvazione del piano è pubblicata, unitamente al relativo elaborato di sintesi, sul B.U.
Inoltre è previsto che dell'approvazione sia data notizia con avviso pubblicato su almeno un quotidiano a diffusione regionale.
Risulta, né tale circostanza forma oggetto di contestazione tra le parti, che tali formalità sono state rispettate.
Con nota 12 agosto 2008 n. prt. PG. 2008/111023 la deliberazione di approvazione del progetto definitivo (deliberazione giunta regionale 7 agosto 2008 n. 1039) è stata notificata al Comune di Portovenere e alla Provincia della Spezia.
La deliberazione è stata, inoltre, pubblicata sul BURL n. 35 del 27 agosto 2008.
L’avviso di pubblicazione è stato inoltre pubblicato sul quotidiano “Il secolo XIX” del 15 agosto 2008 e sul quotidiano “La repubblica” del 15 agosto 2008.
Le formalità previste dalla legge sono state adempiute con la conseguenza che il termine di impugnazione ha iniziato a decorrere dal 27 agosto 2008, data di pubblicazione sul BURL della deliberazione 7 agosto 2008 n. 1039.
Ne consegue che il ricorso, notificato in data 20 ottobre 2009 deve ritenersi irricevibile per tardività.
Ad analoga conclusione deve giungersi relativamente all’impugnativa del progetto esecutivo approvato con deliberazione della Giunta comunale di Portovenere 8 novembre 2008 n. 181.
Tale deliberazione reca il referto di pubblicazione che attesta che la stessa è stata affissa all’albo pretorio del Comune di Portovenere dal 14 novembre 2008 al 29 novembre 2008.
La decorrenza del termine di impugnazione deve, pertanto, farsi risalire al giorno successivo alla scadenza del termine di pubblicazione.
Risulta, pertanto, l’irricevibilità per tardività del ricorso anche relativamente all’impugnativa della deliberazione del progetto esecutivo.
Né la sopravvenuta conoscenza integrale dei provvedimenti vale, in presenza di norme di legge che impongono le formalità pubblicitarie descritte, a riaprire i termini di impugnazione.
In conclusione il ricorso e gli accessivi motivi aggiunti devono essere dichiarati irricevibili per tardività.
Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate in dispositivo.

PALMARIA, LA BELLA SFREGIATA

PROF. GIORGIO PIZZIOLO
UNIVERSITA’ DI FIRENZE


tratto da www.informazionesostenibile.info

Presso alcune tribù o presso alcuni clan la minaccia o addirittura l’azione dello sfregio è usata per dominare la donna e per piegarla al proprio volere, o anche per avviarla alla prostituzione.

I contestati lavori sulla costa interna dell’isola della Palmaria di fatto hanno un analogo effetto nei confronti della natura profonda dell’isola, facendogli perdere il suo fascino originario, buttandola sul mercato del turismo di massa.

Questa arroganza violenta è il male peggiore che questo territorio ha dovuto subire in questa occasione.

Ma al di là delle allegorie cerchiamo di capire quale è la situazione in questo momento estremamente delicato per questo territorio così strategico e di così alto valore.

Le opere eseguite,tra l’altro in maniera grossolana, senza alcuna attenzione alla delicatezza dei luoghi, e formalmente discutibili, in realtà, pur gravi in sé, sono ancora più gravi in quanto vanno a predeterminare gli assetti futuri dell’isola ponendo una grave ipoteca sulle sue destinazioni future.

Ciò è particolarmente grave perché in realtà, né a livello degli esperti, né a livello degli amministratori, né tantomeno a livello delle popolazione e dell’opinione pubblica si è mai svolto un dibattito approfondito sia sulla natura dell’isola, sia sulle possibili sue destinazioni e sulle sue possibili alternative, e quindi sulle modalità per ottenere gli eventuali obbiettivi prefissati.

Abbiamo detto “dibattito approfondito”, che purtroppo è del tutto mancato.

Abbondano invece paradossalmente materiali istruttori per il Parco e per il Sito Unesco, che però hanno avuto fino a questo momento, l’esito di fare solo da foglia di fico per gli interessi e le manovrette locali, e che hanno contribuito, questo sì sensibilmente, ad alzare il valore immobiliare di tutti i territori circostanti.

La questione diviene ulteriormente controversa e contraddittoria se si considera che l’isola fa parte di quel vastissimo ed eccezionale patrimonio pubblico in via di dismissione da parte della Marina e dello Stato. L’operazione dismissione avviene in generale senza alcuna trasparenza e senza che vi sia stata nessuna presa d’atto dello straordinario valore dei territori dismessi, trascurando completamente quelle che avrebbero dovute essere le politiche di ritorno di quei territori all’uso pubblico o comunque all’uso delle Comunità interessate, in quanto Bene Comune, così come furono acquisiti dallo Stato nell’interesse della difesa della Nazione.

Anche sotto questo profilo l’isola Palmaria può allora essere assunta come un punto di riferimento importante e potrebbe essere considerata un caso esemplare da valutare con attenzione prima di qualunque intervento che pregiudichi gli esiti complessivi, ovvero che mostri la gravità di agire avventatamente.

Dunque sulla Palmaria convergono oggi molteplici aspetti e contraddizioni che varrebbe la pena di prendere in considerazione in ogni loro aspetto e di approfondire sia scientificamente che partecipativamente, per evitare la banalizzazione e quindi la distruzione delle sue potenzialità più profonde e di quelle di lungo periodo.

Potremmo allora proporre di aprire finalmente questo “dibattito approfondito” che finora è mancato, anche con qualche prima valutazione da avanzare anche in questa occasione.

Proviamo allora a dare un primo parziale contributo, cercando di individuare alcuni punti fissi di riferimento. Questi possono essere forniti tramite alcune riflessioni paesistiche sperimentali, che intendono peraltro di andare al cuore della vera natura della Palmaria.

Da esse, come vedremo, l’isola appare sempre caratterizzata da una doppia condizione, da un lato quella di una rara bellezza, e contemporaneamente e dall’altro, quella di una intrinseca estesissima fragilità.

Bellezza e Fragilità sono le connotazioni di questo luogo singolare, e da questa quindi ne dovrebbe discendere l’estrema delicatezza e circospezione con la quale si dovrebbe trattare questo luogo così particolare.

I punti fissi delle riflessioni paesistiche sperimentali:


Insularità

Può sembrare ovvio, ma proprio il fatto di essere un’isola (la maggiore della Liguria) ma di essere contemporaneamente molto prossima alla costa ne fa un luogo raro, ma al tempo stesso “fragile”proprio nella sua insularità. Così Il canale di Portovenere diviene allora un ambiente delicatissimo, sia sul mare che sulla terra, che sull’isola. E’ qui invece che si sono concentrate le maggiore alterazioni di questi ultimi anni (massicciate a terra, interventi sull’isola), con nefasti esiti.

Il fascino della Palmaria è quello di essere separata , “isolata”, segreta, una meta raggiungibile solo con la navigazione. Ogni tentativo di avvicinamento improprio non fa che banalizzare l’isola stessa.

D’altra parte “l’isolamento” anche dal punto di vista naturalistico è quello che garantisce la biodiversità, bene prezioso e sempre più raro. Queste considerazioni valgono anche per il mare che circonda in varie forme l’isola stessa.

Complessità

L’isola si presenta peraltro con diversi aspetti sui suoi diversi fronti a mare, ed anche nel suo interno vi sono situazioni assai diverse sia naturali che dovute alle vicende storiche. Altrettanto può dirsi per i fondali che la circondano, sia per le loro diversità di ambiente, sia per la natura dei flussi e delle correnti. Siamo dunque in presenza di un compressissimo Microcosmo, con delle straordinarie variazioni di paesaggio e di situazioni ambientali, tutte diverse e tutte di grande pregio (basti pensare delle grandi falesie sul mare aperto, alla macchia mediterranea così diffusa, alle grotte preistoriche e alle costruzioni militari e storiche, all’isola del Tino e del Tinetto, alle coltivazioni interne, etc,).

Ma il microcosmo è veramente piccolo, e vive della sua articolazione morfologica estrema. Questa ci appare allora come la fragilità della ricca ma minuta complessità dell’isola.

Anche questa condizione richiede la massima attenzione, e così operazioni possibili in altre situazioni qui non sono ammissibili. Per esempio ipotizzare una viabilità interna, per quanto raffinata e “sostenibile”, farebbe saltare tutti i delicati equilibri tra le diverse parti del microcosmo , rischiando di stravolgere tutti i rapporti ambientali, ecologici, e paesistici dell’intera isola, con un danno ambientale ed economico irrecuperabile.


Usi multipli

Proprio la natura complessa dell’isola ha introdotto nel tempo una serie di usi differenziati e assai particolari di ogni risorsa. Questo fatto è stato ulteriormente accentuato dagli usi militari dell’isola stessa, che hanno ancor più specializzato gli usi dell’isola . E’ evidente , di conseguenza l’alta potenzialità di uso dell’isola ma anche la fragilità di una tale situazione.

Anche sotto questo profilo dunque introdurre usi impropri o peggio trasferiti da modelli consumistici, rischia di alterare irrimediabilmente l’isola, snaturando e banalizzando il suo patrimonio antropologico e di fruibilità diffusa ma assai delicata.

Antropizzazione diffusa

Un’ulteriore conseguenza del punto precedente, accentuata dall’uso militare secolare, è quella del fenomeno di uso temporaneo, stagionale, dell’isola stessa . Seppure con modalità diverse, nei vari periodi storici, di fatto l’isola è stata abitata stabilmente da pochissime persone, e non vi è mai stato un insediamento significativo, Del resto il rilievo napoleonico dimostra chiaramente che questa caratteristica è di antica data. In realtà si potrebbe avanzare l’ipotesi che l’isola fosse una sorta di “bene civico” delle popolazioni abitanti i Borghi Marinari (Portovenere, Le Grazie, Fezzano,) che usavano stagionalmente quei territori, li coltivavano (in terra e in mare) e ne usufruivano comunitariamente.

Nel momento attuale di cambio di fruizione del bene, con le dismissioni militari, si assiste ad una fase di accaparramento dei beni, senza il minimo controllo pubblico, e senza alcuna valutazione e senza alcun piano di riuso e di fruizione dei beni e delle risorse dell’isola, il che è particolarmente increscioso trattandosi di un parco regionale , e quindi di un territorio di interesse pubblico.

Relazioni ambientali, paesistiche turistiche, con la Penisola Cinqueterre/Portovenere.

L’Isola Palmaria è anche il terminale della penisola o promontorio che dalle Cinque Terre si allunga nel Mare Ligure , fino al Tinetto. Vista in questo contesto geografico paesistico essa acquista un’ulteriore valenza, quella di un incontro sempre più sfumato e rarefatto tra Terra e Mare, e proprio la sua natura aspra, selvaggia e a basso livello di antropizzazione fa del piccolo arcipelago finale lo straordinario completamento di questa terra di grande significato, e di questo mare circolante.

Non per niente queste isole fanno parte di un parco, che peraltro è rimasto sulla carta e che non sembra affatto cogliere questi aspetti fondamentali della sua stessa natura. Senza una comprensione della sua stessa qualità difficilmente si potrà pensare a politiche di sostenibilità attiva di questo bene unico.

Relazioni ambientali, paesistiche, turistiche, con il Golfo della Spezia

Infine è naturale ricordare che l’isola con il suo piccolo arcipelago è una parte significativa e fortemente caratterizzante dell’intero Golfo della Spezia, proprio nella sua apertura a mare. Questa particolare configurazione fa dell’isola un elemento di valore strategico non solo come lo fu intermini militari, ma ancor oggi in termini ecologici e paesistici. Il riconoscimento di questo suo ruolo è assai scarso, e sarebbe viceversa del massimo interesse. Infatti sotto entrambi gli aspetti l’isola è caposaldo di sistemi di relazioni ecologiche vitali e paesistiche intense che riguardano molteplici altri riferimenti costieri, marittimi ed anche lontani, si pensi per tutti ai reciproci rapporti visivi e simbolici, con le Alpi Apuane ed il, M,Sagro., ovvero con Vezzano Ligure e S.Venerio che un tempo dominava le relazioni con l’isola.
Tutte queste relazioni sono oggi trascurate e ignorate, e rischiano di essere compromesse da scelte banali e devastanti, che svilirebbero i contesti territoriali e quindi le loro capacità relazionali.

Occorre lanciare una nuova politica paesistica

Proprio il binomio bellezza fragilità , enormemente esaltato dalla pericolosità della fase in corso che aumenta a dismisura la fragilità antropica indotta sull’isola, ci spinge a proporre di aprire una fase di riflessione, di approfondimento e di moratoria sull’isola , a cominciare dalle opere dello “Sfregio”, assolutamente da fermare e se possibile da eliminare, dando comunque inizio ad una fase di trasparenza di ogni atto che si intenda prendere sull’isola, superando l’attuale mancanza di trasparenza ormai arrivata ai limiti dell’omissione degli atti di ufficio, tenendo conto dello smascheramento delle Spa, o Srl che siano, anche a livello nazionale, in quanto strumenti antidemocratici che tolgono ai cittadini il controllo sulla cosa pubblica e che possono esporsi al rischio “gelatina”. Un progetto paesistico, realmente partecipato dal basso, e non teleguidato, è forse l’ultima possibilità per evitare la “riminizzazione” della Palmaria e la sua banalizzazione diffusa, come comporterebbe il rendere “balneabile tutta la riva interna dell’isola, duplicano il fronte a mare della Portovenere recente. crediamo che l’isola non si meriti questo affronto fatto nell’interesse di pochi, e con la distruzione anche economica di un bene che invece dovrebbe contribuire al benessere, economico e d ecologico di tutta la popolazione. Un programma di politica paesistica in tal senso, estensibile magari alla penisola e al Golfo, è ancora possibile, basta volerlo.