Articolo Il Secolo XIX


Articolo La Nazione


Il nostro Comitato a difesa della Palmaria è sorto proprio per evitare per tempo e senza poi tardivi ripensamenti che in Palmaria accada quello che sta accadendo ed è già accaduto a Portovenere.
Non è “fatalità” quello che è successo, come lo stesso responsabile della Protezione Civile intervenuto sul luogo ha dichiarato e ribadito (vedi articolo pubblicato dal Secolo XIX) ma conseguenza di una malaccorta e dissennata cementificazione (vedi soprattutto parcheggi e box privati) con discariche abusive nei canali e modifiche del sistema di deflusso acque.
Speriamo che la “fatalità” invocata dal sindaco non serva ora per chiedere qualche contributo straordinario per strade e coperture di canali e fossi, come è accaduto con l’abbattimento dello scheletrone alla Palmaria. Si preoccupi il sindaco di trovare i responsabili delle mancate pulizie dei fossi, dei detriti lasciati dovunque, dei mancati studi idrogeologici che, se fatti, si sono dimostrati ora sbagliati. Rimborsi i danni ai privati in regola e non approfitti degli eventuali contributi ricevuti per lo stato di calamità per progettare altre opere “pubbliche” come quelle della Palmaria.
E tutto questo in zona Parco Regionale e Sito Unesco. Ma il plenipotenziario Presidente del Parco prof. Dott. Pistone (ancora senza consiglio di indirizzo) non è forse in conflitto di interessi con la sua carica di vice sindaco del comune?
Chi percorre la strada da La Spezia a Portovenere può contare 12 cantieri aperti con enormi sbancamenti lato collina sopra e sotto strada (vedi foto che pubblichiamo) che secondo noi non sono che l’inizio dell’assalto del cemento alle colline del Ponente spezzino.
Anche Legambiente, ma solo ora, sembra rendersene conto, Legambiente alla quale nuovamente chiediamo una chiara presa di posizione per la Palmaria.
E tutto questo serva ad evitare fin che si può altri disastri ambientali come secondo noi, e non siamo soli, si prospettano proprio alla Palmaria. Non ci dicano che vogliamo speculare sulle disgrazie altrui specie se prevedibili, causate da valutazioni errate e collegate più ad interessi privati che pubblici.
A proposito potremmo sapere di chi è (era) il deposito di gasolio il cui contenuto è finito in mare alla Arenella e chi ne aveva autorizzato la collocazione evidentemente in zona pericolosa per il deflusso delle acque, o anche questa è una “fatalità”?





Il nostro Comitato a difesa della Palmaria è sorto proprio per evitare per tempo e senza poi tardivi ripensamenti che in Palmaria accada quello che sta accadendo ed è già accaduto a Portovenere.
Non è “fatalità” quello che è successo, come lo stesso responsabile della Protezione Civile intervenuto sul luogo ha dichiarato e ribadito (vedi articolo pubblicato dal Secolo XIX) ma conseguenza di una malaccorta e dissennata cementificazione (vedi soprattutto parcheggi e box privati) con discariche abusive nei canali e modifiche del sistema di deflusso acque.
Speriamo che la “fatalità” invocata dal sindaco non serva ora per chiedere qualche contributo straordinario per strade e coperture di canali e fossi, come è accaduto con l’abbattimento dello scheletrone alla Palmaria. Si preoccupi il sindaco di trovare i responsabili delle mancate pulizie dei fossi, dei detriti lasciati dovunque, dei mancati studi idrogeologici che, se fatti, si sono dimostrati ora sbagliati. Rimborsi i danni ai privati in regola e non approfitti degli eventuali contributi ricevuti per lo stato di calamità per progettare altre opere “pubbliche” come quelle della Palmaria.
E tutto questo in zona Parco Regionale e Sito Unesco. Ma il plenipotenziario Presidente del Parco prof. Dott. Pistone (ancora senza consiglio di indirizzo) non è forse in conflitto di interessi con la sua carica di vice sindaco del comune?
Forse è opportuno ricordare che il termine Parco (non luna park o parco giochi) non significa diventare una agenzia turistica di sola promozione del territorio con eventi e manifestazioni più o meno costose del tutto inutili se non per dare visibilità a qualche personaggio locale, ma difesa, cura e soprattutto controllo del territorio (Palmaria e sentiero n.1 insegnano).
Chi percorre la strada da La Spezia a Portovenere può contare 12 cantieri aperti con enormi sbancamenti lato collina sopra e sotto strada (vedi foto che pubblichiamo) che secondo noi non sono che l’inizio dell’assalto del cemento alle colline del Ponente spezzino.
Anche Legambiente, ma solo ora, sembra rendersene conto, Legambiente alla quale nuovamente chiediamo una chiara presa di posizione per la Palmaria.
E tutto questo serva ad evitare fin che si può altri disastri ambientali come secondo noi, e non siamo soli, si prospettano proprio alla Palmaria. Non ci dicano che vogliamo speculare sulle disgrazie altrui specie se prevedibili, causate da valutazioni errate e collegate più ad interessi privati che pubblici.
A proposito potremmo sapere di chi è (era) il deposito di gasolio il cui contenuto è finito in mare alla Arenella e chi ne aveva autorizzato la collocazione evidentemente in zona pericolosa per il deflusso delle acque, o anche questa è una “fatalità”?
Di seguito le foto dei cantieri di: Marola,Cadimare,Fezzano,Le Garzie e Portovenere
facciamo qualcosa per ilnostro territorio, non andiamo troppo lontano a cercare posti meravigliosi da salvare. salviamo la nostra bella sfortunata italia
RispondiEliminasalviamo portovenere e la palmaria
tullia barra
via ontano 3-97
rodano milano
a Porto Venere tutto è stato ripulito e normalizzato ma restano le premesse che hanno
RispondiEliminadeterminato i danni dell'alluvione.Per verità
anche la quantitatà di pioggia non è stata di 120 mm.come dichiarato dal sindaco,ma 75 mm.che sono comunque tanti ma non fatto raro.La calamità
come castigo e la Madonna come miracolosa mi sembra un accostamento blasfemo.Come mai nel borgo antico non è successo nulla e ci sono
case ed opere fognarie vecchie di secoli?
Però
Quando le calamità naturali distruggono un ponte o dei palazzi di una città, in genere tutti crediamo di essere più poveri .!. o almeno lo credevamo sino all' indomani di quel funesto 20 aprile 2009 quando vennero intercettati quegli imprenditori che si compiacevano della providenzialità del terremoto abruzzese. Da allora la maggioranza degli Italiani sa che qualcuno direttamente o indirettamente ci guadagna sempre .!. Ma la cosa peggiore è che nonostante certi risvolti negativi, nulla cambia .. tutto torna come prima! Nessuno si preoccupa di prevenire ricercando le ragioni per cui certi eventi calamitosi possano ripetersi o essere così distruttivi. A noi pare che a Portovenere succeda la stessa cosa: gli amministratori -frenetici- cercano di dimenticare e far dimenticare quanto accaduto. La parola d' ordine è stata: ripristino della normale situazione ferragostana. Ma per contro non si interrogano su alcuni elementi che dovrebbero richiamare la loro attenzione o addirittura spingerli ad un esame di coscienza: alvei di torrenti occlusi in più punti, presenza nel fango di detriti cementizi e laterizi, serbatoi di carburante che rilasciano il loro contenuto nel terreno e nelle acque di deflusso .. a proposito ! saranno resi noti gli esiti delle analisi condotte da Arpal ?
RispondiEliminaSe a Le Grazie i rovinosi effetti del nubifragio non si sono manfestati e perchè sui suoi colli la regimentazione delle acque meteoriche non presenta anomalie. Quindi non è colpa dell' eccezionale calamità, non è colpa della sfortuna ! Ma per tirare innanzi si condanna la natura killer nel mentre si elogiano i soccorsi e si invocano stanziamenti. Ma nel caso venissero concessi, davvero li si utilizzerebbero per la messa in sicurezza del territorio? Davvero si cambierebbe registro impedendo la corsa all' urbanizzazione anche delle sue zone più impervie ?
Che la giunta di Portovenere non brillasse per sensibilità ambientale lo sapevamo ( vedi soprattutto vertenza Palmaria ) ma dinanzi a questo agire molti altri cittadini ne dovranno prendere atto.
Cucciniello Corrado
Anche Portovenere, così come il resto della nostra povera Patria, sta pagando duramente ciò che a partire dal famigerato 1968 le nostre "scuole" di stato sono state capaci di insegnare alle nuove generazioni.
RispondiEliminaVorrei invitare quel signore che dice che alle Grazie non è successo niente a farsi una chiacchierata con mio figlio che a causa della contemporanea esondazione (e meno male che poi uno è rientrato subito nell'alveo) dei due canali vicino a casa mia ha perso quattro chitarre elettriche ed alcuni tamburi tenuti nel fondo invaso dal fango!!!
RispondiEliminaO con mio marito che ha appena buttato via la preziosissima collezione delle figurine liebig anni '50!!!
Angela Valdettaro