mercoledì 7 ottobre 2009

Guerra sulle Opere in Palmaria - La Nazione 6 ottobre


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5 commenti:

  1. l'articolo del Secolo del 6-10-2009 è assai più efficace.Non esiste polemica tra associazioni e resident(veri e finti)ma con la amministrazione che consentirebbe di trasformare cantine in volumi abitativi.
    Possibilità che pochi giorni prima ha negato agli abitanti del borgo.

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  2. Oggetto: Incontro al Camec su PALMARIA del 4 ott.

    Come resp. della sez. spezzina di Italia Nostra, desidero precisare almeno tre punti
    (per gli altri vedi doc. congiunto e distribuito come volantino):

    1)La Palmaria, oltre ad essere Parco naturale e S.I.C. è uno dei due SITI UNESCO presenti in Liguria, perciò è (anche se NON si direbbe!) già disciplinata (pure nell’ultima Variante al PTCP) con regime IS CE cioè quello di massima tutela: ecco perché ci si deve solo limitare a parlare di restaurare e mettere a norma l’edificato che già vi esiste, (ed è tanto volume nell’insieme), e NON pensare a nuove edificazioni;

    2)L’alternativa degli ambientalisti alla edificanda strada lungo- mare esiste ed è una ampia pedana lignea, solida e ben costruita, ma di basso impatto e NON necessitante altre impegnative opere come ad es. le massicciate di sostegno e le scogliere di protezione previste per attuare il prog. Kipar;

    3)In senso propositivo si richiama invece la necessaria presenza, in Palmaria, di un operatore ecologico, ad es. un biologo marino che possa MONITORARE (e curare) L’EVOLUZ. DELLA VITA MARINA o biocenosi, oggi molto ridotta e impoverita rispetto a qualche decennio fa, oltre alla qualità dell’ACQUA del mare (oggi troppo spesso visto -delittuosamente- come semplice pattumiera per ogni genere di rifiuto):
    infatti è dalla qualità del mare che proviene, (ma per quanto ancora?) il principale richiamo ai tanti visitatori che scelgono, e ci auguriamo potranno continuare a farlo a buona ragione, di venire in Palmaria.

    Serena Spinato
    Pres. I.N. Spezia ottobre 2009

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  3. Sig.ra Serena Spinato, sarebbe così gentile da indicare *dove* ancorerebbe la "ampia pedana lignea, solida e ben costruita"? Perché le ipotesi sono due: o la costruisce a palafitta, ed allora sarebbe opera maggiormente impattante rispetto a quella in progetto, o prevede di ancorarla alla scarpata esistente; in quest'ultimo caso le scogliere di protezione servirebbero eccome, a meno di non voler vedere, nel giro di due anni, la "ampia pedana lignea" allontanarsi tra i flutti. Aggiungo che il terreno a monte dello stradello è di un privato, ed il Comune ha previsto di espropriarne una striscia per realizzare il sentiero. Orbene, se non verranno poste scogliere a protezione dell'opera il mare continuerà nella sua opera di erosione e, tra qualche anno, saremo punto e a capo. Con una differenza sostanziale: il privato potrà agevolmente opporsi ad un nuovo esproprio (e ne avrebbe davvero titolo, se si dovesse cedere alla vostra pretesa astrusa, non proteggendo dalla furia del mare l'opera pubblica).
    Davide Rapallini

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  4. In attesa di una risposta di Serena le fornisco il mio parere in merito. E' vero che vi sono 2/3 punti in cui l'azione erosiva del mare ha creato il vuoto sotto le passerelle in legno. Ed in questi punti sarebbe necessario mettere in sicurezza la costa, anche con massi di protezione, per garantire un transito sicuro. Si tratta altresì di circa 30 metri in totale discontinui quando la scogliera progettata è un continuo di 100 metri. Inoltre se il sentiero verrà arretrato di diversi metri probabilmente non è più necessaria l'opera di protezione.
    Noi si capisce invece a cosa possa servire una scogliera di protezione sul bancone di calcare a Carlo Alberto. E' qui che verrà realizzato un BELVEDERE con panchine e verrà distrutta la pregevole macchia mediterranea per ripiazzarla con altre specie (tutto con costi di centinaia di migliaia di euro).
    Quello che verrà realizzato NON è UNA MESSA IN SICUREZZA DEL SENTIERO MA LA COSTRUZIONE DI UNA PISTA PER AUTOMEZZI. Che non a caso saranno i primi a tracciare il percorso. Una strada per automezzi ed un artificiale BELVEDERE che potrà essere utile in futuro.
    Si alla sistemazione del SENTIRO MA QUI SI PARLA DI STRVOLGERE PARTE DELLA COSTA spendendo somme ingenti senza alcuna utilità APPARENTE.

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  5. la creazione di un belvedere che nella reltà
    è gia esistente per opera di madre natura, è il paravento per cercare di giustificare la presenza di escavatori,camion per movimento terra,in zona nei secoli mai abitata .
    Il commento sulla reale importanza della
    scogliera per creare una viabilità che non è
    consentita,è assolutamente chiarificatore.

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